
"Sono la categoria più denigrata del mondo lgbtq, in caso di insulti io consiglio di denunciare e imparare a fregarsene"
"I transgender in Italia sono quelli trattati peggio: nel mondo lgbtq+ è la categoria più denigrata. Io sono una persona molto sicura di se stessa, ho le spalle larghe sin da piccola, ma capisco che persone più fragili, giovani, come Alexandra, gli insulti continui e reiterati possono non sopportarli, sino ad arrivare ad atti estremi come questo". A parlare all'Adnkronos è il chirurgo dei vip Giacomo Urtis, che da qualche anno ha iniziato un percorso di transizione, intervenendo sul suicidio della giovane tiktoker Alexandra Garufi, nata Davide, che si è tolta la vita dopo essere stata oggetto di derisione e insulti ricevuti sul social.
"Una trans in Italia non ha diritto a niente -dice Urtis- Se sei trans a volte non ti danno la casa, perdi il posto di lavoro, sei derisa, molte finiscono sulla strada perché sono costrette in quanto è l'uninco lavoro che gli è permesso. Vengono considerate come una categoria da circo, da nascondere, da non far vedere. Succede anche a me. Se metto un video sui social, anche scherzoso, la maggior parte delle persone non riesce a discernere. Mi scrivono 'sembri la Lecciso in versione uomo'. Alcuni insulti riguardano anche la sfera professionale, il più frequente è 'io non verrei mai da un medico transgender'".
"Quando fai la 'pagliaccia' va bene a tutti, quando parli di fidanzamento non va più bene a nessuno -spiega il medico dei vip- Hai visto in Italia coppie note dove lei è una trans? Non c'è, almeno ufficialmente. E ti posso assicurare che io sono sempre fidanzata", scandisce. Rivelando che "a volte anche le mamme dei miei fidanzati mostrano apertura all'inizio, ma poi quando si comincia a parlare più seriamente diventano preoccupate perché il figlio fa sul serio con una trans".
Urtis dà poi un consiglio ai giovanissimi che si sentono emarginati dal contesto sociale a causa della loro identità. "Io posso dire a queste persone di diffidare e di denunciare -sottolinea conversando con l'Adnkronos- Chi può farlo, deve chiamare un avvocato e diffidare chi si permette di fare certi tipi di commenti. Tanto la legge dà ragione a noi".
"Io non ho pietà con queste persone, come loro non ne hanno avuto per me -affonda poi il chirurgo- Io sono fortunata perché sto bene di famiglia, sono uno dei chirurghi più famosi d'Italia, ma pensiamo una trans di vent'anni cosa può passare". E se non tutti i ragazzini, soprattutto giovani, hanno la possibilità di pagare un avvocato, "il primo consiglio che dò è quello di imparare a fregarsene. Le persone che insultano lo fanno superficialmente, a cuor leggero, molti non vogliono davvero il tuo male. Sono persone ignoranti, che scrivono perché tanto il web è gratis", conclude Urtis.