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Terremoto Napoli, nuova scossa ai Campi Flegrei

Da giorni l'area è oggetto di uno sciame sismico sempre più frequente e di maggiore intensità

Sala operativa Ingv Terremoti - Fotogramma
Sala operativa Ingv Terremoti - Fotogramma
01 ottobre 2023 | 16.15
LETTURA: 3 minuti

Un nuovo terremoto di magnitudo 2.9 si è verificato domenica 1 ottobre nella zona dei Campi Flegrei, a Napoli. La scossa, avvenuta alle 15.33 a una profondità di 2 km, è stata localizzata dalla Sala Operativa INGV-OV (Napoli). Da giorni l'area è oggetto di uno sciame sismico sempre più frequente e di maggiore intensità: l'evento più forte si è registrato il 27 settembre: un terremoto di magnitudo 4.2, la più alta degli ultimi 40 anni.

"Dalle ore 15.33 di oggi, domenica 1 ottobre, come segnalato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è in corso uno sciame sismico nell’area dei Campi Flegrei. Alle 15.33 è stata registrata la scossa maggiore con magnitudo 2.9. In seguito all’evento la Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio Nazionale della protezione civile". La scossa, informa una nota, "è stata avvertita dalla popolazione ma dalle prime verifiche al momento non sono stati segnalati danni".

Sciame sismico Campi Flegrei, cosa sta succedendo

Ma cosa sta succedendo in quell'area? Potranno avvenire altri terremoti? Mauro Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano Ingv, aveva spiegato che il terremoto avvenuto intorno alle 3 di mattina del 27 settembre scorso "è legato ai Campi Flegrei e al fenomeno del bradisismo che caratterizza tutta l'area, e in particolare la caldera. Associato al sollevamento del suolo c'é l'aumento dello sforzo della crosta e quindi la rottura e la generazione di terremoti".

Quanto alla possibilità di altre scosse, "si tratta di una previsione che non possiamo fare, ma tenuto conto dell'attuale fase deformativa molto intensa, ci aspettiamo che avvengano altre scosse anche di magnitudo uguale o maggiore a questa, anche se non molto più grande considerato il tipo di roccia presente in questo vulcano. Sono però terremoti molto superficiali e questo, anche per magnitudo medio-piccole, può generare una facile avvertibilità degli eventi".

"Situazione critica dal punto di vista della sismicità"

"La situazione attuale nei Campi Flegrei è abbastanza critica dal punto di vista della sismicità: dal 2006 a oggi il suolo si è sollevato di circa 1 metro e 10cm, parliamo di 15-20 cm in più rispetto al livello del suolo massimo che era stato raggiunto nel 1984" ha poi sottolineato all'Adnkronos Giuseppe De Natale, vulcanologo della Società Italiana Geologia Ambientale, ribadendo la necessità di "verificare la vulnerabilità degli edifici intorno all'area e procedere allo sgombero ilo prima possibile". Secondo l'esperto, la situazione dei Campi Flegrei - a ovest di Napoli nell'area del golfo di Pozzuoli, uno dei centri vulcanici più attivi al mondo - è molto seria.

"Il sollevamento del suolo al quale stiamo assistendo testimonia che c'è una sorgente di pressione interna al sistema che, oltre a generare una pressione che aumenta a profondità tra 0 e 3 km circa, genera il sollevamento del suolo, spacca le rocce e produce i terremoti. Già nel 2018 ho informato le istituzioni scientifiche che il perdurare del sollevamento del suolo e l'aumento della pressione interna avrebbe portato ad un aumento della sismicità, sia in numero di scosse, quindi in frequenza, sia in magnitudo". De Natale ha anche avvisato che "se il livello del suolo si fosse avvicinato o avesse superato quello dell''84, avremmo avuto una sismicità simile o anche più forte di quella del 1983-84. Ed è esattamente quello che sta succedendo. Dal 2006 a oggi la sismicità è progressivamente aumentata, noi la percepiamo soltanto negli ultimi mesi ma i terremoti c'erano già prima, erano pochi, essenzialmente strumentali, non avvertiti dalla popolazione".

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