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Strage Erba, a Brescia l'udienza sulla revisione: Olindo e Rosa in aula

Presente solo Azouz Marzouk fra i familiari delle quattro vittime del massacro dell'11 dicembre del 2006

Olindo Romano e Rosa Bazzi - (Fotogramma)
Olindo Romano e Rosa Bazzi - (Fotogramma)
01 marzo 2024 | 06.51
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La strage di Erba riapproda oggi, venerdì 1 marzo 2024, in un'aula di giustizia. Davanti alla seconda sezione della corte d'Appello di Brescia, a 13 anni dalla condanna definitiva all'ergastolo decisa dalla Cassazione, che ricalca le due sentenze precedenti, Olindo Romano e Rosa Bazzi tornano a sperare in una revisione che dovrà smontare una sentenza granitica. Un traguardo insperato per un caso in cui la presenza del testimone oculare, di più confessioni e un movente ha finora messo d'accordo i giudici e che, invece, a sorpresa, di recente ha diviso la procura generale di Milano.

Sarà il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli e l'avvocato generale dello Stato Domenico Chiaro a rappresentare la pubblica accusa e a contrastare una difesa che, per la prima volta nella storia, può contare su una richiesta di riapertura del processo firmata da un magistrato, il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, convinto dell'innocenza della coppia condannata per il quadruplice omicidio. A quasi 18 anni di distanza si parlerà ancora di quanto accaduto nella corte di via Diaz a Erba (Como) la sera dell'11 dicembre del 2006 quando sotto i colpi di spranga e coltelli vengono uccisi Raffaella Castagna (30 anni), il figlio Youssef Marzouk di soli due anni, la nonna materna del piccolo Paola Galli (57). E' la mancina Rosa ad affondare la lama nella gola del bambino.

Le fiamme appiccate cancellano le tracce, ma quando gli aggressori si chiudono alle spalle la porta dell'appartamento di Raffaella si trovano di fronte, increduli, i vicini di casa: si salva per una malformazione alla carotide Mario Frigerio brutalmente assalito da Olindo, viene colpita sulle scale e poi nella loro mansarda la moglie Valeria Cherubini (55). Dicono questo le sentenze contro i coniugi Romano animati da un profondo odio verso la famiglia Castagna-Marzouk.

Olindo e Rosa saranno in Aula oggi, lontano dai giornalisti accreditati a cui sarà possibile seguire l'udienza solo da uno schermo, in una stanza accanto. Saranno assenti (tranne Azouz) i parenti dei familiari delle vittime, parti civili, che preferiscono restare lontano dal circo mediatico.

In aula l'accusa prenderà la parola per prima: facile prevedere che si pronuncerà per l'inammissibilità del ricorso della difesa (gli avvocati Fabio Schembri, Nico D'Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello) che ha, al suo arco, medici e consulenti di fama internazionale, oltre a una ventina di testimoni. La lista presentata è lunga tra vicini di casa intervenuti per primi la sera della strage, l'ex brigadiere di Como che eseguì l'accertamento tecnico sulla macchia di sangue di Valeria Cherubini trovata sul battitacco della Seat Arosa di Olindo, il testimone che raccontò di una faida per il controllo dello spaccio che avrebbe coinvolto il marito di Raffaella e l'assenza di intercettazioni su giornate cruciali per le indagini.

Il pool difensivo si appella alla scienza per dimostrare che il ricordo del testimone Frigerio (morto nel 2016) è un ricordo falso, indotto da domande suggestive. Rimette in dubbio le modalità dell'aggressione a Valeria Cherubini, prova a smontare le plurime confessioni ritenute, a suo dire, incomplete ed 'estorte' e ritenute, invece, genuine e attendibili in tre gradi di giudizio. Non sarà sufficiente insinuare una crepa in un impianto granitico per provare a ridare la libertà al 62enne ex netturbino detenuto a Opera e a Rosa Bazzi (60) che da gennaio esce ogni giorno dal carcere di Bollate per lavorare in una cooperativa poco distante.

Difficile fare pronostici per un caso di cronaca che, nonostante il trascorrere degli anni, continua a far discutere. Due i possibili scenari per i giudici della corte d'appello di Brescia: il rigetto immediato delle prove contenute nella richiesta di revisione con la conferma dell'ergastolo oppure un provvedimento con cui si chiarisce quali nuovi testimoni sentire in aula. Solo dopo la possibile 'riapertura' del dibattimento potrebbe essere riconosciuta l'assenza di responsabilità, e quindi il proscioglimento per Olindo e Rosa.

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