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Il Pontefice ha chiesto di continuare a un collaboratore
Papa Francesco, nonostante la bronchite che lo ha colpito nei giorni scorsi, ha voluto essere presente in piazza San Pietro per presiedere la messa per il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di sicurezza. Ma, una volta iniziata a leggere l’omelia, ha dovuto interrompere la lettura per affidarla a un collaboratore. “Adesso mi scuso, chiedo” a un collaboratore “di continuare nella lettura per difficoltà di respiro”, ha detto. E dai militari parte un applauso di incoraggiamento all’anziano pontefice.
In piazza San Pietro, oltre al ministro della Difesa Guido Crosetto e al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti , presenti il Capo della Polizia Vittorio Pisani e il Capo di stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano. Presenti anche i sottosegretari alla difesa Matteo Perego di Cremnago e Isabella Rauti; Eros Mannino, capo dei Vigili del Fuoco.
I cappellani militari “non servono – come a volte è tristemente successo nella storia – a benedire perverse azioni di guerra”., ha ammonito il Papa in un passaggio dell’omelia letta dal collaboratore.
“Essi - ha scritto nell’omelia - sono in mezzo a voi come presenza di Cristo, che vuole accompagnarvi, offrirvi ascolto e vicinanza, incoraggiarvi a prendere il largo e sostenervi nella missione che portate avanti ogni giorno. Come sostegno morale e spirituale, essi fanno la strada con voi, aiutandovi a svolgere i vostri incarichi alla luce del Vangelo e al servizio del bene”.
“Il vostro essere presenti nelle nostre città e nei nostri quartieri, il vostro stare sempre dalla parte della legalità e dalla parte dei più deboli, diventa per tutti noi - continua il messaggio del Papa - un insegnamento: ci insegna che il bene può vincere nonostante tutto, ci insegna che la giustizia, la lealtà e la passione civile sono ancora oggi valori necessari, ci insegna che possiamo creare un mondo più umano, più giusto e più fraterno, nonostante le forze contrarie del male”.
“A voi - ricorda ai militari il Pontefice nell’omelia - è affidata una grande missione, che abbraccia molteplici dimensioni della vita sociale e politica: la difesa dei nostri Paesi, l’impegno per la sicurezza, la custodia della legalità e della giustizia, la presenza nelle case di reclusione, la lotta alla criminalità e alle diverse forme di violenza che rischiano di turbare la pace sociale”. Il Pontefice ricorda anche “quanti offrono il loro importante servizio nelle calamità naturali, per la salvaguardia del creato, per il salvataggio delle vite in mare, per i più fragili, per la promozione della pace”.
“Anche a voi - sottolinea il Papa nell’omelia Letta da un collaboratore - il Signore chiede di fare come Lui: vedere, salire, sedersi. Vedere, perché siete chiamati ad avere uno sguardo attento, che sa cogliere le minacce al bene comune, i pericoli che incombono sulla vita dei cittadini, i rischi ambientali, sociali e politici cui siamo esposti. Salire, perché le vostre divise, la disciplina che vi ha forgiato, il coraggio che vi contraddistingue, il giuramento che avete fatto, sono tutte cose che vi ricordano quanto sia importante non soltanto vedere il male per denunciarlo, ma anche salire sulla barca in tempesta e impegnarsi perché non faccia naufragio, con una missione al servizio del bene, della libertà, e della giustizia. E infine sedervi, perché il vostro essere presenti nelle nostre città e nei nostri quartieri, il vostro stare sempre dalla parte della legalità e dalla parte dei più deboli, diventa per tutti noi un insegnamento”.
“Vigilare contro la tentazione di coltivare uno spirito di guerra”. E’ la consegna del Papa alle Forze Armate, di Polizia e sicurezza. “Vorrei esortarvi a non perdere di vista il fine del vostro servizio e delle vostre azioni: promuovere la vita, salvare la vita, difendere la vita sempre. Vi chiedo per favore di vigilare: vigilare contro la tentazione di coltivare uno spirito di guerra; vigilare per non essere sedotti dal mito della forza e dal rumore delle armi; vigilare per non essere mai contaminati dal veleno della propaganda dell’odio, che divide il mondo in amici da difendere e nemici da combattere”, scrive il Papa nell’omelia letta da un collaboratore. “Siate invece testimoni coraggiosi dell’amore di Dio Padre, che ci vuole fratelli tutti. E, insieme, camminiamo per costruire una nuova era di pace, di giustizia e di fraternità”, l’appello.