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Omicidio Sharon Verzeni, 31enne fermato confessa: "L'ho uccisa io"

L'uomo era stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza, mentre scappava in bici dal luogo del crimine. Trovati nell'Adda coltelli e vestiti. Procura: "La vittima era al posto sbagliato nel momento sbagliato"

Il luogo dell'omicidio. Foto Adnkronos
Il luogo dell'omicidio. Foto Adnkronos
30 agosto 2024 | 09.47
LETTURA: 2 minuti

Ha confessato l'omicidio di Sharon Verzeni il 31enne fermato oggi. Era stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, mentre scappava in bici dal luogo, dove è stata accoltellata la barista 33enne, uccisa a coltellate nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d'Isola nel bergamasco. Il delitto, a quanto apprende l'Adnkronos dagli inquirenti, sembra senza motivo. L'uomo in bici non conosceva vittima. Nato a Milano, Moussa Sangare, a quanto si apprende, viveva a Suisio, un paese della bergamasca, distante appena cinque chilometri da Terno d’Isola. L'uomo, un italiano, disoccupato e incensurato, è stato fermato nella notte dai carabinieri.

La Procura contesta la premeditazione: "Aveva 4 coltelli per colpire qualcuno". Le armi insieme ai vestiti sono stati trovati nell'Adda. "La vittima era al posto sbagliato nel momento sbagliato" spiega la procuratrice aggiungendo che "il fermato sentiva l'impulso di accoltellare". L'uomo avrebbe puntato prima due minorenni. La procuratrice ha chiesto che "si facciano avanti".

Il sindaco di Terno d'Isola: "Killer non è del paese? Non consola la famiglia"

Il fatto che il 31enne fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni non fosse originario di Terno d’Isola “non consola e non dà una risposta che in qualche modo tranquillizza la famiglia”. Lo dichiara il sindaco del paese della Bergamasca teatro dell’omicidio, Gianluca Sala, ricordando che “alle spalle di tutto questo c’è un delitto, c’è una famiglia che piange una ragazza, c’è un compagno che non ha più una donna al suo fianco, con un progetto di vita”.

Nell’attesa di “avere delle risposte e capire quali sono le motivazioni”, il primo cittadino di Terno vuole “tenere un profilo basso”, perché “è troppo delicata la questione”. Però - è la considerazione - “è chiaro che se l’uomo in bicicletta dovesse davvero essere il colpevole, posso dire che il sistema di videosorveglianza, nonché tutto ciò che abbiamo fatto per agevolare le indagini, in qualche modo è servito”.

All’amministrazione comunale “siamo tranquilli di aver fatto il possibile, anche in questi giorni, per non avere rimorsi sul fatto che si poteva fare qualcosa in più”, dice Sala, ricordando che “ci siamo mossi fin dai primi minuti dell’accaduto con presenza sul territorio e anche al comando già dalla stessa notte per visionare le immagini”. Proprio le immagini dei sistemi di videosorveglianza, “sembrerebbero essere state decisive, se davvero fosse questa la soluzione del problema”, osserva il sindaco. (dall'inviata Alice Bellincioni)

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