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Edoardo Prati, le critiche dopo l'intervento a Che tempo che fa: "Con le storie non salviamo ucraini"

L'umanista ribatte: "Il mio non è un discorso geopolitico"

Edoardo Prati - Ipa
Edoardo Prati - Ipa
18 marzo 2025 | 17.00
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Non ha convinto l'intervento sulla pace dell'umanista Edoardo Prati a 'Che Tempo che fa'. Anche un paio di giorni dopo la sua apparizione nel salotto tv di Fabio Fazio, gli utenti dei social continuano a commentare le sue parole e sono in tanti a criticarlo. "Ma vive nel mondo fantastico degli unicorni? Perché non prova lui a raccontare storie a Putin?", è uno dei tantissimi messaggi dello stesso tipo lasciati su Twitter.

Parlando della pace internazionale, Edoardo Prati ha detto di credere che "le parole possono essere più forti delle armi in certi casi" e per dimostrare il potere salvifico delle storie e dell'immaginazione ha portato ad esempio dei passaggi de 'Le Mille e una Notte' e del 'Decameron'. "Se c'è la possibilità di immaginare qualcosa di diverso forse non si sceglie la guerra", ha detto l'umanista nella chiusura del suo intervento in cui ha ricordato la narratrice de 'Le Mille e una notte', Shahrazād, che per placare l'ira del re pazzo e non venire uccisa racconta ogni sera una storia, rimandando il finale al giorno dopo e mantenendo quindi viva la curiosità del suo ascoltatore.

Sui social piovono insulti, c'è chi pensa che Prati sia uno degli "intellettuali distaccati dalla realtà" e chi scrive: "La pace non è banale, ma l'idea che chi si difende anche con le armi, lo faccia perché non ha immaginato qualcosa di diverso, onestamente, è vomitevole". Tra gli utenti di Twitter Giuseppe Patania, che ironizza: "Geniale! Pensa quei babbei degli Ucraini che hanno imbracciato i fucili per fermare Putin e il suo esercito e non li hanno messi sotto scacco raccontando loro delle storie! O i civili palestinesi che non hanno fatto fesso il criminale di guerra Netanyahu con qualche racconto!".

Dopo i tanti commenti, Prati ha deciso di rispondere a quello di Eugenio Radin che su Instagram gli scrive: "Le storie certo sono importanti, ma al di là dello storytelling che spesso è usato per coprire una cruda realtà, sta appunto la cruda realtà. E la cruda realtà oggi è quella di un Paese aggressore che non ha alcuna intenzione di rinunciare alle armi e che non vede l’ora che noi le si abbassi, per perseguire i suoi scopi violenti. Dire tutto ciò in prima serata, ha una certa responsabilità. Di fronte a questioni così importanti e complesse dovremmo rinunciare alla retorica, e guardare ai fatti con lucidità, logica e, quando serve, con cruda freddezza". "Io non ho proposto - spiega Prati - il raccontare storie come soluzione, io ho proposto l’investire in arte, immaginazione e cultura come prevenzione. Credo che questo permetterebbe di sfogare l’aggressività innata dell’uomo che, altrimenti, porta al clima di tensione in cui ci troviamo ora. Il mio non è un discorso geopolitico".

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