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Chiara Ferragni, su caso pandoro Balocco indagherà la procura di Milano: risolto conflitto di competenza

Provvedimento anche per il suo braccio dentro Fabio Maria Damato che è indagato per truffa aggravata sia nel caso pandoro che per le uova

Chiara Ferragni  (Fotogramma/Ipa)
Chiara Ferragni (Fotogramma/Ipa)
29 gennaio 2024 | 15.34
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Chiara Ferragni e il pandoro gate: a indagare sarà la procura di Milano. Lo ha stabilito il pg della Cassazione che ha dipanato così la questione del conflitto di competenza tra la metropoli lombarda e Cuneo, stabilendo che la prima è "territorialmente competente".

La procura di Milano è competente in quanto è nel capoluogo lombardo che vengono firmati i contratti al centro dell'inchiesta per truffa aggravata. Sono i contratti firmati tra l'influencer Ferragni e il gruppo Balocco ad 'ancorare' la competenza territoriale dell'indagine di truffa aggravata a Milano e non a Cuneo. Per il pg della Cassazione "assume rilievo" l'accordo intervenuto tra le parti e, quindi, "la stipula dei contratti tra la società Balocco e le società La Fenice srl e Tbs Crew srl, riconducibili all'imprenditrice digitale, avvenuta in Milano il giorno 11 novembre 2021, allo scopo di realizzare, commercializzare e promuovere il prodotto in edizione limitata denominato 'Pandoro pink Christmas', per la successiva campagna natalizia 2022".

Un "ulteriore elemento di collegamento" è dato dal compenso corrisposto dalla società Balocco, in favore delle due società riconducibili alla Ferragni - si tratta di un cachet di poco superiore a un milione di euro - "su conti correnti accesi presso istituti di credito ubicati a Milano. (...) La stipula dei contratti e la corresponsione dei relativi corrispettivi costituiscono elementi strettamente connessi alla parte finalistica della condotta". Per il gruppo Balocco il beneficio non è stato ancora determinato, ma sicuramente ha beneficiato di un "rafforzamento dell'immagine" per l'inziativa benefica.

A metà gennaio la procura di Cuneo, in accordo con i colleghi di Milano, avevano chiesto ufficialmente alla procura meneghina gli atti del caso Ferragni sulla vendita solidale dei pandoro Balocco il cui ricavato doveva finanziare l'ospedale Regina Margherita di Torino permettendo così all'aggiunto Eugenio Fusco di attivare la 'disputa' sulla competenza territoriale affidando, come dispone l'articolo 54 bis del codice di procedura penale, la questione al procuratore generale della Corte di Cassazione. La 'contesa' tra procure è stata quindi risolta da un 'terzo' che ha attentamente studiato le memorie di Cuneo e Milano.

Per la procura piemontese l'eventuale ingiusto profitto, requisito previsto per la qualificazione del reato di truffa, si è realizzato a Fossano, dove ha sede la Balocco, mentre per la procura meneghina la competenza è legata all'influencer, già multata dall'Antitrust, e alle modalità relative ai contratti di beneficenza. L'idea di un modus operandi che è stato replicato nei vari casi creando una sorta di 'continuità' nell'ipotesi di reato di truffa aggravata ha convinto il pg della Cassazione ha lasciare il fascicolo alla procura guidata da Marcello Viola.

Con la decisione motivata del procuratore generale, ora al pm Fusco verranno immediatamente trasmessi tutti gli atti della procura 'perdente'. La decisione riguarda esclusivamente i pandoro, non le bambole in collaborazione con Trudi o le uova di Pasqua con Dolci Preziosi, al centro di altri fascicoli, su cui per ora nessuno ha sollevato questioni di competenza.

Pg Cassazione: "Consumatori doppiamente truffati con pandori Pink"

I consumatori che hanno acquistato il pandoro 'Pink' della Balocco pubblicizzato dall'influencer Chiara Ferragni "sono stati indotti in modo ingannevole" all'acquisto con un "duplice danno" scrive il procuratore generale aggiunto presso la Corte di Cassazione Alfredo Pompeo Viola nel provvedimento. Sia la "lesione della libertà contrattuale e di autodeterminazione del cliente", si legge nel testo del pg, in quanto hanno effettuato una compravendita che, "in assenza di un messaggio pubblicitario manipolatorio della realtà, non avrebbe effettuato", che per la "nella diminuzione del patrimonio" per l'acquisto di un prodotto "a prezzo maggiorato", non trascurabile se si consideri "la totalità degli acquirenti su tutto il territorio nazionale".

Le operazioni con intenti benefici, veicolate con "testi e immagini e rilasciando dichiarazioni nel video fuorvianti o quantomeno idonee a condizionare il consumatore nelle proprie scelte di natura commerciale", sostiene il pg della Cassazione, riguarderebbero oltre la campagna dei pandori del 2022, anche la vendita delle uova di Pasqua Dolci Preziosi a favore dell'associazione 'I bambini delle Fate' e la vendita nel 2019 di un'edizione limitata della bambola Chiara Ferragni by Trudi con i ricavi destinati a un'associazione impegnata nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo. "Sussistono indici esteriori, di tenore non equivoco, idonei a dar conto di una unitaria programmazione, nell'ambito di un medesimo disegno criminoso, dei diversi fatti di reato, avuto riguardo all'unitarieta della spinta a delinquere, all'analogia del 'modus operandi' e al lasso temporale che separa i diversi episodi" scrive il pg Alfredo Pompeo Viola che tuttavia, nel caso in esame, non rileva i criteri per l'individuazione della competenza per territorio in caso di procedimenti connessi.

Indagato anche il manager di Chiara Ferragni

Secondo quanto emerge dal provvedimento del pg della Cassazione sarebbe indagato anche Fabio Maria Damato, manager e stretto collaboratore di Chiara Ferragni, è indagato per truffa aggravata per i casi del pandoro e delle uova di Pasqua nell'inchiesta della procura di Milano.

La vicenda

"Sono a disposizione delle autorità competenti" aveva detto l'imprenditrice digitale, per chiarire la posizione sulla vicenda relativa alle vendite di beneficenza del pandoro Balocco Pink Christmas per cui era stata multata dall'Antitrust di un milioni di euro per "pratica commerciale scorretta". L'influencer è iscritta, inoltre, nel registro degli indagati per truffa aggravata. Dopo quanto accaduto è cominciata la fuga generale degli sponsor dall’influencer. Safilo già a dicembre ha annunciato lo stop dell’accordo di licenza con Ferragni per la produzione e la distribuzione di occhiali da sole e da vista a marchio dell’influencer. Una decisione assunta a causa di "violazioni di impegni contrattuali" da parte di Ferragni. La multinazionale statunitense della bibita più famosa del mondo, la Coca Cola ha, invece, "sospeso" lo spot pubblicitario girato nel dicembre scorso, che sarebbe dovuto andare in onda a partire dalla fine di gennaio.

Dall'ospedale Infantile Regina Margherita di Torino hanno confermato, intanto, di aver ricevuto da parte di Chiara Ferragni una donazione di un milione di euro prima di Natale.

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