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Camorra, maxi blitz in Campania: tra gli arrestati l'ex sindaco di Giugliano

Venticinque arresti e sequestro di beni per milioni di euro

 Carabinieri - Agenzia Fotogramma
Carabinieri - Agenzia Fotogramma
03 febbraio 2025 | 12.06
LETTURA: 2 minuti

Colpo al clan Mallardo. Un'operazione del Ros dei Carabinieri ha portato a sequestri per milioni di euro e venticinque arresti. Tra i nomi c'è anche quello dell'ex sindaco di Giugliano in Campania, Antonio Poziello.

Le accuse ad Antonio Poziello

Primo cittadino dal 2015 al 2020 e poi candidato sconfitto alle elezioni di cinque anni fa, durante il suo mandato di primo cittadino avrebbe versato al boss Francesco Mallardo somme di denaro provenienti dalla corruzione, promettendo anche l'aggiudicazione di appalti a ditte vicine alla camorra. Secondo la ricostruzione dell'Antimafia, con le indagini condotte dal Ros dei carabinieri, Poziello e il boss Mallardo avrebbero avuto anche un accordo per il sostegno durante quella tornata elettorale, poi persa. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Mallardo avrebbe promesso voti in cambio di 10mila euro versati da Poziello, assicurando la successiva gestione clientelare dell'amministrazione comunale di Giugliano adottando atti amministrativi rispondenti agli interessi economici del clan.

Maxi bliz anticamorra

Il Ros dei Carabinieri, supportato dal Comando Provinciale Carabinieri di Napoli, ha eseguito un'ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 25 persone (di cui 20 sottoposte alla custodia in carcere, 5 agli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, di scambio elettorale politico-mafioso, nonché di estorsione, tentata estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, corruzione e altro, delitti aggravati in quanto sarebbero stati commessi avvalendosi del metodo mafioso e con la finalità di agevolare le attività del clan Mallardo, operante sul territorio di Giugliano in Campania e zone limitrofe.

Le attività illecite sarebbero servite ad alimentare la “cassa comune” dell’organizzazione criminale, gestita per il sostentamento degli affiliati, ancorché detenuti, e dei loro familiari. Inoltre, il clan sarebbe anche intervenuto in varie controversie tra privati in disaccordo tra loro e avrebbe condizionato l’attività dell’amministrazione comunale, intervenendo nella campagna elettorale per le elezioni comunali di Giugliano in Campania nel settembre 2020. È stato anche emesso dal GIP decreto di sequestro preventivo di svariati beni (tra cui rapporti finanziari, terreni, fabbricati, aziende e/o società) per alcuni milioni di euro.

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