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Calenzano, 4 dirigenti Eni indagati per reati ambientali

Avvisi di garanzia e decreto di perquisizione per scarichi di acque reflue industriali nel fosso Tomerello

Esplosione Calenzano - (Fotogramma/Ipa)
Esplosione Calenzano - (Fotogramma/Ipa)
08 aprile 2025 | 13.38
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La Procura di Prato ha emesso nuovi avvisi di garanzia per reati ambientali nei confronti di quattro dirigenti della società Eni nell'ambito delle indagini sull'esplosione avvenuta nel deposito di carburanti Eni di via Erbosa a Calenzano (Firenze) il 9 dicembre 2024, dove morirono cinque operai e rimasero ferite 27 persone.

Con un'informazione di garanzia e un decreto di perquisizione il procuratore Luca Tescaroli contesta, spiega un comunicato, "un ulteriore reato, consistito nell'aver provveduto ad aprire o, comunque, consentito che venissero effettuati nuovi scarichi di acque reflue industriali nel fosso Tomerello, provenienti dal deposito Eni di Calenzano, ubicato in via Erbosa, n. 29, senza l'autorizzazione unica ambientale prescritta (Aua), che avrebbe dovuto essere rilasciata dalla Città Metropolitana di Firenze, mediante l'impiego di un bypass che mette in comunicazione la vasca di fine trattamento del ciclo con il corpo recettore finale (il predetto fosso)".

Le accuse

Gli indagati avrebbero permesso, in particolare, lo scarico di acque reflue, spiega la Procura, che "hanno determinato una concentrazione di idrocarburi totali nel fosso in questione maggiore del limite autorizzato allo scarico stesso (limite corrispondente a 1 mg/L per la normativa nazionale e 0,5 mg/L per la prescrizione)". Gli avvisi di garanzia sono stati decisi sulla base dei risultati di una consulenza tecnica e di ulteriori accertamenti espletati "relativi alla porzione investigativa correlata ai pericoli per la salvaguardia dell'ambiente e della salute della collettività derivanti dal disastro" conseguente all'esplosione.

Gli avvisi sono stati notificati a Patrizia Boschetti, in qualità di legale rappresentante e datore di lavoro nell'ambito della Gestione Operativa Depositi Centro Eni, con competenza anche sul deposito Eni di Calenzano; Luigi Cullurà, in qualità di responsabile del deposito Eni di Calenzano, nonché e di "Responsabile del rispetto della legislazione a tutela dell'ambiente"; Emanuela Proietti, in qualità di responsabile Salute Sicurezza e Ambiente ("Health Safety Environment" - HSE), degli adempimenti ambientali, della verifica dei parametri analitici, della corretta gestione dei reflui, dei sistemi antincendio, della presenza di scarichi non convogliati, di contaminazioni da tensioattivi e di sistemi di autocontrollo non attivi; Marco Bini, in qualità di responsabile della rete fognaria, delle pavimentazioni e delle infrastrutture.

Al fine di verificare la completezza delle risultanze acquisite sino a oggi e per appurare se sia stato prodotto un inquinamento ambientale nelle acque sotterranee e nelle arterie fluviali (fiumi e fossi) circostanti al deposito, la Procura ha disposto un decreto di ispezione, perquisizione personale, locale e informatica e sequestro presso Eni spa, compreso il deposito di Calenzano. E' stata, inoltre, acquisita la documentazione inerente al procedimento autorizzativo che ha portato al rilascio dell'Aua (Autorizzazione Unica Ambientale) per il deposito di Calenzano, presso gli uffici della Città Metropolitana di Firenze.

Tutte queste operazioni si sono rese necessarie, spiega sempre il procuratore Tescaroli, "al fine di appurare, fra l'altro, se sia stata rilasciata con specifico riferimento allo scarico nel fosso Tomerello, di acquisire i dati gestionali, i logistico-operativi e la documentazione di esercizio, relativi all'impianto di raccolta delle acque, gli schemi di processo dell'impianto di trattamento delle acque e tutta la documentazione afferente a detto impianto, nonché i risultati dei campionamenti effettuati da Eni sia per la parte del sistema di trattamento sia per quella afferente al fosso Tomerello le fatture di acquisto dei prodotti impiegati nel ciclo del trattamento delle acque afferenti all'impianto di depurazione del deposito Eni di Calenzano".

Le risultanze sin qui acquisite e gli accertamenti espletati nella giornata di oggi "sono il frutto di un intenso lavoro effettuato con la massima cautela e attenzione alla ricerca di ogni elemento di prova anche a favore degli indagati, al quale hanno contribuito e stanno contribuendo qualificati consulenti tecnici, gli appartenenti al Dipartimento della Prevenzione dell'Asi Toscana Centro, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo Reparto Operativo del Comando Provinciale di Firenze e del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (Noe)", conclude la Procura.

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