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Covid, Codacons fa causa alla Cina: Pechino 'rifiuta' processo a Frosinone

Il procedimento fu avviato da una donna che aveva perso la madre a causa del Covid

(Foto Fotogramma/Ipa)
(Foto Fotogramma/Ipa)
16 dicembre 2021 | 17.30
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"Il governo cinese ha rifiutato di farsi giudicare dai giudici italiani che devono accertare le responsabilità sulla diffusione" del covid "e sui ritardi nelle comunicazioni da parte della Cina". Lo annuncia il Codacons, che rende noto quanto avvenuto oggi nel corso dell’udienza davanti al Tribunale di Frosinone, la dottoressa Taormina, nella causa intentata dal Codacons contro la Repubblica Popolare Cinese per conto di una cittadina residente a Frosinone. La donna chiedeva al governo di Pechino un risarcimento danni dopo aver perso la madre a causa del Covid, ed aver subito lei stessa un ricovero in ospedale per gravi complicazioni polmonari sempre a seguito di contagio da Covid.

"Il ministro della Giustizia cinese ha fatto pervenire una nota con cui comunica di rifiutare la notifica internazionale della citazione per danni proposta dal Codacons, sostenendo che questa azione di accertamento della verità sulle origini del coronavirus 'lede la sovranità e la sicurezza della Repubblica Cinese', spiegano dall'associazione.

Il Codacons "chiede al ministro Di Maio di richiamare l’ambasciatore in Cina", aggiungono. Attraverso questa causa, l'associazione mira ad accertare eventuali responsabilità del Governo cinese nella diffusione del coronavirus e nei ritardi delle comunicazioni alle autorità sanitarie internazionali. "Se la Cina considera l’accertamento sulle responsabilità della diffusione del virus Covid nel mondo come lesiva della sua sicurezza e sovranità diventa ancora più forte e imprescindibile il dovere di accertare la verità dei fatti. Chiediamo pertanto che il Ministro Di Maio richiami oggi stesso il nostro ambasciatore in Cina", dichiara il presidente Carlo Rienzi.

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