Il virologo torna sul suo post su Twitter al centro delle polemiche da giorni: "Era un tweet ironico, ma io ho dimenticato che Twitter non è il luogo dell'ironia (e dell'autoironia)"
"Certamente quel tweet non lo riscriverei, perché qualcuno si è sentito offeso". Roberto Burioni torna così sul post su Twitter di alcuni giorni fa in cui, dopo l'introduzione del green pass obbligatorio in Italia, afferma: "Propongo una colletta per pagare ai no-vax gli abbonamenti a Netflix per quando, dal 5 agosto, saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci". Le parole del virologo hanno sollevato molte polemiche, non solo tra i suoi follower ma anche a livello politico.
A distanza di giorni l'hashtag 'sorci' è ancora in tendenza su Twitter e il Codacons ha annunciato di voler presentare un esposto all'Ordine dei medici contro lo scienziato per chiederne la radiazione. Sui social non mancano insulti e offese contro il professore di Virologia del San Raffaele di Milano.
Burioni, interpellato sul caso dal 'Corriere della Sera', precisa: "Il mio era un tweet ironico, ma io ho dimenticato che Twitter non è il luogo dell'ironia (e dell'autoironia). Colpa mia comunque". Eppure sempre con ironia risponde alle due ali della curva parlamentare che lo hanno attaccato più duramente, Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia e Marco Rizzo, segretario del Partito comunista.
Alla prima, che parla di parole "vergognose", Burioni ricorda che le vaccinazioni obbligatorie sono iniziate molti anni fa, nel 1939, senza nessuna protesta. E rispondendo a Rizzo, che lo accusa di "arroganza e odio di classe", aggiunge: "Mi odiano i neofascisti, ma mi odiano anche i veterocomunisti: penso proprio di essere nel giusto".
Il virologo conclude poi con una riflessione amara: "Però che uno finisca ricoperto di insulti perché dice che bisogna vaccinarsi è roba da non credere nel 2021, dopo quello che abbiamo passato".