S&P abbassa il rating a 'spazzatura' e apre la strada a un nuovo fallimento. Attenzione in Europa
A ogni crisi finanziaria, e quella aperta con il fallimento di Silicon Valley Bank lo è, anche ragionando sulle sue reali dimensioni, torna in primo piano il ruolo della agenzie di rating. Hanno il compito di giudicare l'affidabilità di chi emette titoli e in questa fase si trovano a gestire l'onere di dover 'scommettere' sulla tenuta delle banche. Nel caso di Svb si è denunciato il ritardo con il quale hanno modificato le loro valutazioni, ora è il giudizio di Standard&Poor's a indicare la prossima vittima: First Republic.
Il rating è stato tagliato a ’BB+’ da ’A-’, mettendo la banca sotto ’creditwatch negative’, sotto osservazione con implicazioni negative. Il livello BB+ corrisponde a ’junk’, spazzatura. E' un passo che, spesso, prelude a fallimento. E la conseguenza più immediata è che il titolo della banca regionale americana crolla nelle contrattazioni a Wall Street.
Le motivazioni che hanno spinto alla decisione sono significative. "Riteniamo che il rischio di fuga dai depositi sia elevato”, mette nero su bianco l'agenzia, spiegando che la base dei depositi “è più concentrata rispetto alle altre grandi banche regionali americane, e questo presenta rischi maggiori". La posizione di First Republic “è più debole dopo gli eventi della scorsa settimana. Riteniamo che la sua posizione risentirà della volatilità dei prezzi delle azioni e dell’attenzione dei media sulla volatilità dei depositi. Riteniamo che la sua stabilità di business sia indebolita con la percezione del mercato su un calo della sua affidabilità creditizia”, osserva S&P.
In sostanza, l'attenzione dei media che deriva dalle notizie che emergono contribuisce ad alimentare la reazione dei mercati, e quindi la volatilità dei prezzi, e il contesto induce un'agenzia di rating ad abbassare il suo rating. Una notizia, questa, che a sua volta alimenta lo stesso processo, in un loop di informazioni e conseguenze che può arrivare a determinare il fallimento di una banca.
La stessa S&P, ieri, si è espressa sui rischi legati invece alle banche europee. "È improbabile che le banche europee valutate abbiano un'esposizione diretta significativa alla Silicon Valley Bank e alla Signature Bank. Non vediamo alcuna banca europea valutata che esibisca gli stessi profili di finanziamento e di business di queste entità", ha osservato l'agenzia di rating. Anche se questo dato non mette al riparo da possibili evoluzioni negative. "Detto questo, siamo consapevoli che il fallimento di Svb ha scosso la fiducia. L'inasprimento delle condizioni di finanziamento - l'Europa è indietro di alcuni mesi rispetto agli Stati Uniti - potrebbe ancora esporre fragilità finanziarie e richiedere una gestione attenta e pragmatica da parte delle autorità".
Quindi, attenzione anche nel Vecchio Continente. Con le agenzie di rating che per fare il loro mestiere da una parte devono prevedere e, dall'altra, registrare gli effetti prodotti anche con le loro stesse decisioni. (di Fabio Insenga)