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Afghanistan, Manfredonia (Acli): "Profughi arrivati goccia mare, in Bosnia sono migliaia"

"Di Maio riconosca loro la possibilità di avere un permesso di soggiorno per motivi umanitari"

In fuga dall'Afghanistan
In fuga dall'Afghanistan
24 agosto 2021 | 15.24
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"I 1.600 profughi afghani arrivati in Italia sono una goccia nel mare, niente rispetto a Lipa in Bosnia, dove abbiamo i nostri campi in cui prestiamo assistenza ai profughi e lì sono ammassati da anni migliaia di profughi afghani". Lo dice, ad Adnkronos/Labitalia, Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli. "In generale -spiega- in Bosnia sono registrati 5.000 e passa rifugiati, e gli afghani sono circa il 30-35%. Al momento solo a Lipa ci sono circa 600/700 persone di cui la metà pakistani, il resto quasi tutto afghani". Ma la situazione è in evoluzione e c'è da considerare, dice Manfredonia, che "in Serbia ci sono gli stessi numeri e che vi è un numero imprecisato di persone che non sono nei campi ufficiali, ma stanno in giro in case abbandonate o rifugi improvvisati". Le persone che vivono nei campi a Lipa e in Serbia "sono scappate dall'Afghanistan prima dei fatti di questi giorni, alcuni già diversi anni fa, e non possono avere il permesso di soggiorno perché l'Afghanistan è stato sempre considerato un Paese sicuro. Un tragico paradosso", dice Manfredonia.

Ministero Esteri dia possibilità riconoscimento permesso per motivi umanitari

"Noi stiamo puntando a chiedere al ministero degli Esteri la possibilità, anche per i profughi di Lipa, del riconoscimento del permesso di soggiorno per motivi umanitari", spiega Manfredonia che aggiunge: "Delle persone riuscite a fuggire in questi giorni e dei profughi ammassati a Lipa si deve fare carico l'Europa e non solo l'Italia, guardando come esempio alla generosità di Paesi come il Canada o di certi Paesi africani, evitando il più possibile di 'parcheggiare' le persone'". Le Acli, spiega Manfredonia, hanno una "Ong Ipsia, Istituto Pace sviluppo innovazione, che si sta occupando di questo: domani ci sarà un tavolo col ministro Di Maio in cui metteremo a disposizione per l'accoglienza le nostre possibilità sia a Trento sia a Roma anche attraverso alcune famiglie". (di Mariangela Pani)

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