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Pupi Avati: "I film non sono per piattaforme digitali ma i cinema hanno destino segnato"

Il regista al Meeting di Rimini: "Verso fine riprese per film su Dante che non mi hanno fatto fare 20 anni fa"

Pupi Avati - (foto AdnKronos)
Pupi Avati - (foto AdnKronos)
22 agosto 2021 | 13.25
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"Temo fortemente che le sale cinematografiche abbiano un destino segnato: dopo tanto tempo in cui siamo stati costretti al digitale, mi aspetto ora una vita grama per i cinema...". Esprime tutto il suo pessimismo Pupi Avati, a margine del suo intervento al Meeting di Rimini, sottolineando che "nelle sale cinematografiche il film 'comanda' mentre sulle piattaforme, con il telecomando, si può abbandonarlo anche dopo soli due minuti dall'inizio".

Lamenta il regista: "In casa, il film convive con la famiglia, con la cucina, con il bagno, con il telefono e il citofono, con il frigorifero... deve avere dall'inizio molta forza narrativa, mentre al cinema un film si vede fino alla fine, non fosse altro che perché si è pagato un biglietto. Dopo un periodo così lungo in cui siamo stati costretti alla piattaforma digitale, credo che purtroppo le sale cinematografiche si apprestino ad avere una vita grama".

Eppure, sottolinea Pupi Avati, "il cinema italiano si presenta alla prossima Mostra di Venezia in modo meraviglioso: poche volte vi è stata una rappresentanza di film interessanti, curiosi, lontani dal 'cinemetto' da commedia dalla panchina corta. Si registra davvero un mutamento di rotta sostanziale per la qualità proposta: il nostro cinema ha ripreso coraggio ed è proprio quel che serve, il coraggio di mantenere la sua identità artistica e culturale".

Intanto, sono in dirittura di arrivo le riprese cinematografiche per il film su Dante diretto da Pupi Avati. "Siamo alla fine dell'ottava settimana e ne mancano ancora due", annuncia il regista a margine del suo intervento al Meeting di Rimini.

"Abbiamo dovuto agire contro tutti", lamenta ricordando: "Ho 82 anni e avrei voluto fare questo film vent'anni fa, ma non me l'hanno fatto fare, per difficoltà finanziarie: ora, quando si è trattato di aiutarmi, solo Rai Cinema si è mossa e soltanto adesso il ministero della Cultura, malgrado tante promesse e tanta cattiva letteratura su Dante".

Spiega Pupi Avati: "Con questo mio film, voglio rendere Dante seducente e non saccente e supponente come lo dipingevano i miei insegnanti quando andavo a scuola: hanno fatto di tutto affinché non lo amassi! Ora, invece, l'ho riscoperto, è un personaggio straordinariamente giovane e può essere modernissimo".

(dell'inviato Enzo Bonaiuto)

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