"I giovani devono fare la dose booster, unico scudo contro Omicron"
"Fare previsioni con un virus così variabile è sempre molto complicato. Credo che quello dell'Oms sia solo un auspicio ma, oggi, non ci sono elementi sufficienti per dire che con Omicron è arrivata la fine della pandemia. Tutta questa sicurezza potremmo averla tra un po'". Così Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commenta all'Adnkronos Salute quanto affermato dal direttore generale dell’Oms per l’Europa, il quale ha detto che è "plausibile" che con la variante Omicron l’Europa "si stia avviando alla fine della pandemia".
"Certamente la variante Omicron ci sta facendo avvicinare molto a quelle che sono le caratteristiche di un virus circolante in una fase endemica - osserva Andreoni - e anche l'immunità che si sta raggiungendo con i vaccini e i guariti è indicativa di una endemia". Secondo l'infettivologo "questo elemento non ci porta molte garanzie sul fatto che non si possa affacciare un'altra variante con caratteristiche che rendano i vaccini meno efficaci", avverte.
"La dose booster deve essere fatta anche dai più giovani che hanno fatto le due dosi e non solo dagli anziani e dai fragili - sottolinea Andreoni - I dati sul richiamo ci testimoniano l'efficacia del booster contro Omicron perché evita le ospedalizzazioni e le malattie gravi ma è molto contagiosa. Lo vedo da quello che avviene in ospedale, Omicron è meno patogena di Delta ma se non hai fatto il booster riesce a insinuarsi e in molti soggetti, magari con patologie pregresse, può creare dei problemi".