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"A Roma tutte le premesse per l'emergenza sanitaria"

L'igienista: "La situazione rifiuti prosegue da mesi, persino Paesi in via di sviluppo hanno risolto meglio". Odore e insetti, in aumento segnalazioni all'Asl Rm1

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03 ottobre 2019 | 12.54
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"Ormai sono mesi che la situazione dei rifiuti a Roma è in costante emergenza igienica, dal punto di vista del decoro e della raccolta. Temo possa degenerare in emergenza sanitaria, perché le premesse ci sono tutte. Certo, il rischio viene attenuato dalla stagione che è meno calda, ma è sempre possibile una forte proliferazione di batteri, parassiti e animali nei pressi dei cassonetti strabordanti". A 'sposare' l'allarme lanciato dai medici in queste ore sulla situazione dell'immondizia nella Capitale, dopo le dimissioni del Cda dell'Ama, è Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all'Università Cattolica di Roma e presidente eletto della World Federation of Public Health Associations, sentito dall'AdnKronos Salute.

"Si parla di aree particolari in cui i rifiuti non devono stare", aree prioritarie come scuole e ospedali, ma "semplicemente i rifiuti in strada non ci devono stare - dice Ricciardi - devono essere smaltiti velocemente".

"Non possiamo rassegnarci a vivere in una capitale che per condizioni igieniche somiglia a una città di un Paese povero - incalza l'esperto - Anzi, il ciclo dei rifiuti è stato risolto in molte capitali del mondo in via di sviluppo e la situazione è decisamente migliore rispetto a quella di Roma. E' sconcertante che una capitale europea debba versare in queste condizioni".

"Da una decina di giorni a questa parte - spiega all'AdnKronos Salute Enrico Di Rosa, direttore del Servizio di Igiene e Sanità pubblica dell'Asl Roma 1 - abbiamo avuto un aumento delle segnalazioni da parte dei cittadini su situazioni critiche relative ai rifiuti a Roma. Ne arriva almeno una al giorno. Dopo l'apice della crisi che abbiamo avuto fra giugno e luglio, con 50-60 chiamate a settimana, c'era stato un miglioramento grazie agli interventi operativi e normativi e anche allo svuotamento della città per le ferie d'agosto, con una decina di segnalazioni in tutto il mese". Ma "da metà settembre sono aumentate: i cittadini lamentano cattivo odore, soprattutto nelle giornate di caldo umido che si sono verificate fino a poco tempo fa, presenza di mosche e insetti, soprattutto nei municipi centrali, il I e il II".

Secondo Di Rosa, "stanno venendo fuori di nuovo defaillance e ritardi. La Asl Roma 1 copre un territorio molto vasto, più di un terzo della città e un milione di abitanti, ma non abbiamo abbastanza personale per un controllo capillare, anche se cogliamo sempre l'occasione in tutte le nostre attività ispettive per gettare uno sguardo alla situazione dell'immondizia. Le segnalazioni dei cittadini stanno aumentando, mi sembra però di poter dire che siamo ancora lontani da un'emergenza sanitaria. L'accumulo di rifiuti è molto brutto, oltre che indice di degrado urbano e precarietà igienica, sicuramente da correggere, ma l'emergenza sanitaria - precisa l'esperto - è tale quando si registrano casi di malattie infettive correlate. C'è però un grosso problema di disagio, soprattutto per soggetti sensibili o aree particolari, penso ad esempio allo stress delle persone che sono costrette a lavorare in prossimità di cassonetti e immondizia per strada".

"Nell'ultimo periodo - ricorda il medico - l'Ama aveva attivato un servizio segnalazioni ed era nata una collaborazione con la nostra Asl. A volte siamo anche intervenuti insieme per aiutare a evitare le situazioni più pericolose. Al momento il nostro lavoro va avanti e non ci sono interferenze con l'operatività" dovute alle dimissioni dei vertici dell'azienda.

"E' chiaro - aggiunge Di Rosa - che c'è un'oggettiva carenza del sistema, che ha difficoltà a smaltire tutti i rifiuti. Cerchiamo di tenere sotto controllo la situazione, però il nostro non può che essere un monitoraggio. L'estate e le festività natalizie sono sempre periodi più difficili, il sistema è molto precario e basta poco perché si verifichino problemi. Credo ci sia bisogno di affrontare la questione a livello sia nazionale, che regionale che comunale, perché il tempo è poco per trovare soluzioni che siano il più possibile stabili".

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