Primi passi con il deambulatore. Dopo un incidente sportivo la donna recupera la funzione motoria con un neurostimolatore midollare. San Raffaele: "Primo intervento in Italia"
In un video la si vede alzarsi dalla sedia e camminare in maniera abbastanza rapida e sicura con l'aiuto di un deambulatore. Con le sue gambe collegate a degli elettrodi, in meno di una ventina di secondi attraversa la stanza e il video si interrompe qui. Quella che sembra un'operazione normale, di tutti i giorni, è in realtà un'impresa straordinaria per la 32enne protagonista delle immagini. Per via di un particolare: la donna è paralizzata agli arti inferiori da 5 anni, da quando è stata vittima di un incidente sportivo che le ha causato una lesione midollare.
Oggi grazie a un neurostimolatore che le è stato impiantato all'ospedale San Raffaele di Milano (Gruppo San Donato) è tornata a camminare, recuperando le funzioni motorie. Si tratta, spiegano dall'Irccs di via Olgettina, del "primo intervento in Italia" di questo tipo. Un intervento che porta la firma del team di neurochirurghi guidato da Pietro Mortini, primario di neurochirurgia e professore ordinario all'università Vita-Salute San Raffaele.
La giovane paziente ora è in grado di mantenere la stazione eretta e di camminare con l'ausilio del deambulatore. Il risultato è stato possibile grazie alla collaborazione con il gruppo di ingegneri dell'Istituto di biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, diretto da Silvestro Micera, esperto di fama internazionale in questo campo. La paziente sta ancora eseguendo "con ottimi risultati", dicono dall'ospedale, un complesso percorso riabilitativo definito da Sandro Iannaccone, primario dell'Unità di riabilitazione Disturbi neurologici cognitivi motori. "Il prossimo passo - chiarisce Mortini - sarà trattare anche lesioni del midollo spinale determinate da malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla, nei pazienti che verranno reclutati dall'Unità di neurologia dell'ospedale San Raffaele, diretta dal professor Massimo Filippi".
Quello che è in corso in questo momento, spiega Mortini, è "un protocollo di ricerca clinica avanzata, coordinato dal mio collaboratore, Luigi Albano, al termine del quale questo intervento potrebbe entrare nella pratica clinica corrente, offrendo una soluzione terapeutica ai pazienti con lesioni midollari". Questo protocollo è parte di un programma di ricerca avanzata che università Vita-Salute San Raffaele e Irccs San Raffaele hanno attivato per sviluppare terapie innovative che si avvalgono di un'interfaccia tra dispositivi elettronici e sistema nervoso centrale per vicariarne le deficienze funzionali.
Il neurostimolatore midollare impiantato sulla 32enne si compone di due parti: un supporto biocompatibile per 32 elettrodi che viene inserito nello spazio epidurale della colonna vertebrale, e un generatore di impulsi - una sorta di pacemaker - simile a quelli utilizzati nei pazienti con aritmie cardiache, inserito sotto la pelle a livello dell'anca. Gli impulsi vengono erogati al midollo spinale da dove poi transitano ai nervi e ai muscoli.
L'impianto del dispositivo è avvenuto in circa 3 ore, attraverso un delicato intervento neurochirurgico mininvasivo, eseguito in monitoraggio neurofisiologico continuo. Il pacemaker è stato poi programmato per garantire l'attivazione coordinata di tutti i muscoli necessari alla deambulazione. Il controllo delle funzioni dello stimolatore è possibile grazie a una serie di opzioni funzionali che possono essere scelte dalla paziente in base alle necessità 'locomotorie' della vita quotidiana.