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Zingaretti si dimette: "Passo di lato, nessun ripensamento"

Il leader dem: "Ma non scompaio. Salvini? Stia tranquillo, governo è solido". E invia lettera di dimissioni a Cuppi

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05 marzo 2021 | 10.56
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"Ho fatto un passo di lato, ma non scompaio. Ripensamento? Non ci sarà ". Nicola Zingaretti parla all'indomani delle annunciate dimissioni da segretario del Pd. "Salvini stia tranquillo, il governo Draghi è forte, solido, andrà avanti, nessuno lo metterà mai in discussione, anzi. Troverà il Pd al 1000 per 1000% al servizio per portare avanti quel programma", spiega quindi il leader dem dopo le parole del numero uno leghista. preoccupato che il terremoto in casa Pd possano avere ripercussioni sull'esecutivo appena nato.

"Io mi sono dimesso per spingere il gruppo dirigente a un confronto più schietto, ma anche plurale, solidale e senza ipocrisie - continua il presidente della Regione Lazio - che permetta alla nostra comunità di affrontare i nodi che abbiamo davanti sulle scelte che si dovranno fare per avere una visione comune dell'Italia. Io ce l'ho messa tutta - continua - ma non ce l'ho fatta, perché più del pluralismo ha prevalso la polemica. Ho fatto un passo di lato, continuo a fare il presidente della Regione, non scompaio, parteciperò alla vita politica, ma mi auguro che questo mio gesto aiuti il Pd a ritrovare quella voglia di discutere anche con idee diverse ma con più solidarietà, rispetto ed efficacia per amore dell'Italia e di quella comunità che continuo a sentire mia".

"Il tema - spiega - non è dunque un mio ripensamento, ma far fare un salto in avanti al Pd nella capacità di essere più sincero, aperto all’esterno per costruire un disegno sul futuro del nostro Paese". Ora, continua il dem, "ci sarà assemblea e qualunque scelta si farà la rispetterò. E' indubbio che si era maturata l’idea che il problema potessi essere io, ora l’ho tolto a tutti".

"La mia candidatura a sindaco di Roma? Sono il presidente della Regione Lazio. Dobbiamo affrontare l’emergenza sanitaria come stiamo facendo, in maniera straordinaria. Grazie all’impegno di tutti", ha detto ancora Zingaretti, oggi dell’inaugurazione del Playground di Torre Gaia, a Roma.

"Nei prossimi giorni andrò a fare la tessera del Partito democratico - perché ancora non l'avevo fatta -, perché resto convinto che sia la forza popolare che può garantire al Paese il buon governo e l'alternativa alle destre, che cavalcano i problemi e non li risolvono", assicura Zingaretti.

Ufficializzate le dimissioni

E per ufficializzare la decisione nel pomeriggio Zingaretti ha inviato la lettera di dimissioni da segretario nazionale del Partito Democratico alla Presidente del partito Valentina Cuppi cui, da oggi, spetterà la gestione ordinaria del Partito fino all’Assemblea nazionale del 13 e 14 marzo.

"Ho ricevuto da pochi minuti la lettera di dimissioni del segretario Nicola Zingaretti - fa sapere Cuppi - . Questa è stata una decisione assolutamente sofferta ma di grande generosità e responsabilità verso il Paese perché Nicola, ancora una volta, ha scelto di lavorare per la propria comunità e fare un gesto che richiamasse alla responsabilità tutto il Pd, responsabilità nei confronti di tutte le persone che stanno affrontando la pandemia".

"Avevamo tante cose da fare" dai vaccini alla riforma fiscale, al piano per diritto alla studio, alla parità salariale "una serie di temi che definiscono l'identità di un partito e di una comunità", dice la presidente dell'assemblea nazionale del Pd, al Nazareno. "Si è scelta un'altra strada. Le ragioni e le motivazioni, e i problemi, indicati da Nicola Zingaretti restano, anche se ha deciso di lasciare la direzione del partito".

"Dovremo affrontarli e dovremo valutare la strada, il percorso da seguire a partire dal 13 marzo, giorno nel quale ho convocato l'assemblea nazionale. E mi auguro davvero che ci sia una discussione franca con la volontà di ricostruire, di affrontare problemi del Paese e mi auguro che si faccia tutte e tutti con un grande senso di responsabilità nei confronti del partito e del Paese".

Segreteria Pd riunita: e ora?

Riunita la segreteria nazionale del Pd, con la partecipazione dei segretari regionali. Alla riunione non ha partecipato, a quanto si apprende, Nicola Zingaretti. L'incontro era presieduto dal vicesegretario Andrea Orlando. Una riunione breve della segreteria insieme ai regionali. Un'informativa di Orlando, a quanto apprende l'Adnkronos, che ha relazionato sulle dimissioni annunciate.

Quindi Orlando ha ripercorso le possibilità contemplate dallo Statuto una volta che le dimissioni saranno formali. Da quel momento in poi nessuno sarà più in carica, decadranno gli organismi: comitato politico e segreteria compresa. Tutta la gestione sarà affidata alla presidente dell'assemblea nazionale, Valentina Cuppi, che dovrà prendere in mano il processo. Innanzitutto in vista dell'assemblea. Lì le possibilità sono codificate dallo Statuto: un nuovo segretario o un reggente fino al congresso anticipato.

A quanto viene riferito, Orlando ha anche voluto scuotere e rassicurare assieme i membri della segreteria e i segretari regionali collegati via zoom: siamo un gruppo dirigente -avrebbe detto- ora governiamo il processo al di là delle singole posizioni.

Una presa di distanza anche fisica, quella di Zingaretti. Sguarnito oggi il Nazareno. Per i corridoi stamane Gianni Cuperlo, Cecilia D'Elia e qualche membro della segreteria, Stefano Vaccari e Marco Furfaro. Orlando non è in presenza, è su Zoom. E il palazzo resta silente in attesa di capire come colmare il vuoto lasciato.

Perché stamattina è stato chiaro a tutti che il segretario fa sul serio. "Non ci sarà ripensamento, lo sappiamo per certo", dicono da Base Riformista che pure sino a ieri sera caldeggiava la tesi della mossa tattica, la 'mossa del cavallo' per anticipare la discussione, spiazzare gli 'avversari' interni e chiuderla definitivamente in assemblea spazzando via il congresso anticipato. Una lettura che stamattina non convince più. Ed allora tutti i dirigenti dem si pongono la stessa domanda: "Ora che facciamo?". Al momento le risposte non ci sono ancora.

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