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Ucraina, Draghi sente Zelensky: "Referendum illegali, Italia non riconosce esito"

Dal premier confermato il continuo sostegno del governo italiano alle Autorità e alla popolazione

foto Palazzo Chigi
foto Palazzo Chigi
29 settembre 2022 | 11.09
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Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto oggi una nuova conversazione telefonica con il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Il colloquio - informa Palazzo Chigi - si è incentrato "sugli ultimi sviluppi della situazione sul terreno e sui 'referenda' illegali indetti dalla Federazione Russa nelle zone occupate del Donbass, di Kherson e di Zaporizhzhia. Il presidente Draghi ha assicurato che l’Italia non riconoscerà l’esito dei 'referenda' e ha confermato il continuo sostegno da parte del governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraina in tutti gli ambiti".

I referendum "farsa" indetti dalla Russia nelle regione ucraine sotto il suo controllo "sono inutili e non cambiano la realtà. L'integrità territoriale dell'Ucraina sarà ripristinata. E la nostra reazione al riconoscimento da parte della Russia dei risultati sarà molto dura", questo quanto dichiarato dal presidente ucraino nel corso della telefonata con il premier Draghi, stando a una nota di Kiev.

Durante la telefonata, continua la nota, "le parti hanno anche espresso fiducia che l'Italia manterrà un alto livello di sostegno all'Ucraina anche dopo la formazione di un nuovo governo a seguito delle recenti elezioni". Kiev sottolinea inoltre come l'assistenza italiana sia "estremamente importante, in particolare, per la protezione dei cittadini e delle infrastrutture civili".

Zelensky, prosegue la nota, ha elogiato l' "importante ruolo personale" svolto da Draghi e ha espresso "gratitudine per il sostegno attivo della Repubblica Italiana all'indipendenza e alla sovranità del nostro Stato".

I leader delle autorità filorusse delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk e quelli delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia - sotto occupazione russa - sono intanto andati a Mosca per chiedere l'adesione alla Russia dopo i referendum. "Lo storico volo con i leader dei territori liberati è atterrato a Mosca. E' storia, e a lieto fine", ha commentato il numero due dell'amministrazione militare e civile di Kherson, Kiril Stremusov, in un messaggio su Telegram corredato di fotografie.

"Le regioni di Kherson e Zaporizhzhia, così come le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk si sono riunite a Mosca per prendere una decisione storica. Molto presto ci convertiremo in nuovi sudditi della Federazione russa. Vi racconteremo questo a breve, ma già sarà un paese molto cambiato e una storia completamente differente", ha aggiunto. Mosca conta sui voti celebrati in Ucraina - che le autorità di Kiev e i governi occidentali non considerano in alcun modo validi - per legittimare la propria occupazione.

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