Ok dell'Aula a risoluzione maggioranza, 219 sì. Premier: "Preoccupato per la tenuta del governo? No"
"L'Italia continuerà a lavorare con l'Ue e il G7 per sostenere l'Ucraina, ricercare la pace, superare questa crisi. Questo è il mandato ricevuto del Parlamento, da voi, e questa è la guida per la nostra azione". Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha concluso così le sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno.
L'Aula ha approvato la risoluzione numero 5, su cui c'era il via libera del governo, dopo le comunicazioni di Draghi. A favore 219 senatori, 20 contrari e 22 astenuti. Poco prima l'Aula aveva respinto le altre quattro risoluzioni che avevano avuto parere contrario del governo.
Preoccupato per la tenuta del governo? "No" ha risposto il premier ai cronisti lasciando Palazzo Madama. E a chi gli domanda se sia soddisfatto per l'esito di una giornata complessa risponde annuendo.
Oggi pomeriggio, arrivando al Senato, alla domanda se fosse preoccupato per la tenuta della maggioranza, Draghi aveva risposto: "Non lo so, vediamo, vediamo...".
LE COMUNICAZIONI DI DRAGHI - "Ci avviciniamo al quarto mese di invasione russa dell'Ucraina. Mosca continua ad aggredire militarmente le città al fine di espandere il controllo sul territorio" ha detto il premier in Senato, ricordando che "al 20 giugno sono 4569 i civili uccisi" ma il numero "reale" potrebbe essere "molto molto più alto". "Anche il numero dei cittadini ucraini in fuga dalla loro terra è aumentato, sono 135mila solo in Italia. Esprimo ancora una volta la mia gratitudine agli italiani e alle italiane che li hanno accolti" ha aggiunto. Mentre "continuano a emergere nuove atrocità commesse ai danni dei civili da parte dell'esercito russo. Le responsabilità saranno accertate e i crimini di guerra saranno puniti" ha scandito il presidente del Consiglio.
Nel corso delle comunicazioni, Draghi ha ribadito che "solo una pace concordata e non subita può essere duratura". Durante la "visita a Kiev ho visto da vicino le devastazioni della guerra e constatato la determinazione degli ucraini nel difendere il loro Paese" ha sottolineato, e "il presidente Zelensky ci ha chiesto di continuare a sostenere l'Ucraina per raggiungere una pace che rispetti i loro diritti: solo una pace concordata e non subita può essere davvero duratura".
"A Kiev ho ribadito che l'Italia vuole l'Ucraina in Europa e vuole lo status di Paese candidato. Siamo stati tra i primi a sostenere questa posizione con chiarezza in Ue e in Occidente e per la prima volta l'ho fatto proprio in questo Parlamento, continueremo a farlo anche al Consiglio Ue" ha affermato il presidente del Consiglio.
"Sono consapevole - ha aggiunto - che non tutti gli Stati membri condividono questa posizione ma la raccomandazione della Commissione è un segnale incoraggiante e confido che il Consiglio Ue raggiunga una posizione consensuale in merito".
Quanto alla Russia, "il 3 giugno il Consiglio europeo ha varato un sesto pacchetto di sanzioni", sanzioni che "funzionano", il "tempo ha rivelato che sono efficaci" ma i "canali di dialogo restano aperti" ha detto Draghi.
Il premier ha sottolineato che per l'Ucraina va fatto uno "sforzo collettivo e coinvolgere organi internazionali e banche. Bisogna costruire e ridare una casa a chi l'ha persa, riportare i bambini a scuola e aiutare la ripresa della vita economica e sociale. Oggi spetta a tutti noi di permettere all'Ucraina di rinascere".
"Il conflitto in atto rischia di creare crisi una umanitaria di dimensioni straordinarie - ha ribadito - la fornitura di grano è a rischio, nei porti sono bloccati cereali che rischiano di marcire, e la devastazione della guerra peggiorerà la situazione".
Draghi ha spiegato che "i bombardamenti russi hanno distrutto la più grande centrale agricola ucraina che conteneva tra i 250 e le 300mila tonnellate di cereali. Le proiezioni ucraine indicano che la produzione potrebbe calare tra il 40 e il 50% rispetto all'anno scorso. Bisogna liberare le scorte in magazzino e fare spazio al nuovo raccolto di settembre" e per farlo "è necessario realizzare lo sminamento dei porti e garantire l'uscita delle navi in sicurezza. Ma dopo vari tentativi falliti non vedo alternativa all'adozione di una risoluzione delle Nazioni Unite dove l'Onu garantisca l'operazione sotto la sua egida".
LA REPLICA IN SENATO - Poi, nella replica in Aula, Draghi ha ringraziato "il Senato per il sostegno nel difendere la libertà e democrazia dell'Ucraina, nel sostenere le sanzioni" a Mosca, "nel difendere il potere d'acquisto dei cittadini, nel preparare la ricostruzione dell'Ucraina e nel sostenere lo status" di Kiev "a candidato all'Ue, a ricercare una pace duratura che rispetti i diritti, la democrazia, i valori e la libertà, a fare di tutto per evitare la crisi alimentare" con contraccolpi "nei Paesi più poveri del mondo, a continuare sulla strada del dl" Ucraina con cui è stato dato il via libera del Parlamento anche all'invio di forniture militari.
"Grazie per il sostegno, il Parlamento è stato unito e l'unità e essenziale in questi momenti. Vi ringrazio anche per un motivo diciamo personale, quando le decisioni che si devono prendere sono complesse e profonde" è decisivo "avere sostegno, quello del Senato è molto molto importante per me".