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Meloni in 'Io sono Giorgia': "Emozione per stanza Almirante, non facile arrivare fino a qui"

09 maggio 2021 | 09.19
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E ancora: "In una manciata di giorni dovevamo decidere il nome del nuovo partito senza l’aiuto di analisi di esperti della comunicazione. 'Figli d’Italia', il nome della lista con cui mi ero candidata alla presidenza di Azione Giovani, era la nostra prima scelta, ma qualcuno fece timidamente notare che quel 'Figli di...' si prestava a qualche doppio senso di troppo. 'Noi italiani' fu la mia proposta, ma non piacque. Alla fine fu Fabio Rampelli, anche lui tra i fondatori di Fdi, a pensare all’Inno di Mameli, e così nacque Fratelli d’Italia" ricorda Giorgia Meloni, in un passaggio della sua autobiografia.

La leader di Fdi ripercorre quei giorni frenetici e la rottura con il popolo delle Libertà: "A un certo punto di questo percorso decisi di comunicare personalmente a Berlusconi la nostra decisione" e gli dissi: 'voglio essere fiera di quello che faccio. Lo dico con rispetto, ma davvero non mi sento più a casa'", racconta l'ex ministra della Gioventù. "Furono settimane vissute in apnea, perché sapevamo che ogni metro ce lo saremmo dovuto guadagnare con molta fatica - scrive ripercorrendo la prima campagna elettorale per le politiche del 2013 -. Alla fine ho fatto il conto di quello che solo io avevo fatto in quei lunghissimi quaranta giorni a cavallo tra la metà di gennaio e la fine di febbraio. Oltre trentamila chilometri, quasi trecento comuni, una piccola valigia sempre pronta".

La prova del voto non fu un successo: "Arrivò quel fatidico 25 febbraio, con il suo deludente risultato: Fratelli d’Italia si era fermato all’1,96 per cento. La sera dei risultati, al comitato elettorale dove eravamo radunati in attesa del responso, l’aria era tutt’altro che euforica. Una sonora sconfitta".

Parlando poi dello stop improvviso di Berlusconi alle primarie, nel dicembre del 2012, Giorgia Meloni, come racconta nell'autobiografia, decide di varcare il suo Rubicone: "Il problema, però, è che io mi sono sempre considerata un soldato della politica, mentre quella folla era alla ricerca di un condottiero".

"Eccola, la goccia che fa traboccare il vaso" scrive Meloni ricordando il dietrofront di Berlusconi. E allora "organizzammo una manifestazione all’Auditorium della Conciliazione. Titolo: 'Le primarie delle idee'". E "a ogni applauso della platea, cresceva in me la convinzione che uscire dal Pdl e fondare qualcosa di nuovo fosse la strada giusta", ricorda Giorgia.

"Mi sono detta mille volte: 'Giò, ma chi te l’ha fatto fare?'. Solo chi ci prova sa cosa voglia dire inventarsi un partito dal niente e affermarlo sulla scena politica quando i tuoi mezzi sono così scarsi che ti ritrovi a sparare contro i carri armati con una cerbottana" si legge ancora, tornando alla fine del 2012, quando fondò Fratelli d'Italia, e rivelando i dubbi che spesso l'hanno spinta ad interrogarsi sulle sue scelte.

"Abbiamo vissuto dei momenti tragici, però vivaddio che abbiamo avuto questo coraggio. Non ho mai dubitato di aver fatto la cosa giusta, neanche nelle fasi più dure - ricorda Meloni in un passaggio del libro - . Perché l’orgoglio di poter camminare sempre a testa alta vale qualsiasi sacrificio. Non dovevo vergognarmi di niente, ero sempre libera di dire la mia senza dover rendere conto a nessuno, davanti a qualunque giornalista e a qualunque telecamera. Rispondevo, e rispondo, solo di me e delle mie scelte".

Poi usa questa analogia: "Credo che sia la sensazione che prova il lavoratore dipendente che manda al diavolo il capufficio e un posto sicuro in un’azienda nella quale non si sente più a suo agio per aprire la sua attività in proprio. È una libertà che la vita regala di rado, la politica ancora di meno. Ed è soprattutto per questo che sono fiera di aver fondato Fratelli d’Italia".

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