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Legittima difesa, spunta dossier M5S

Documento di 10 pagine, visionato dall'AdnKronos. Legge a rischio incostituzionalità

(FOTOGRAMMA)
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05 marzo 2019 | 16.05
LETTURA: 4 minuti

di Antonio Atte
Un dossier interno che passa in rassegna le "criticità" contenute nel provvedimento sulla legittima difesa, in discussione in queste ore alla Camera. E' il documento che da giorni circola nella posta privata di alcuni eletti M5S, redatto con l'obiettivo di 'smontare' in punta di diritto uno dei provvedimenti 'bandiera' della Lega di Matteo Salvini. L'autrice del testo di 10 pagine è la deputata Rina De Lorenzo, tra coloro (una decina di persone) che la settimana scorsa hanno deciso di disertare il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità della proposta di legge e che ora minacciano di fare altrettanto sui punti del provvedimento considerati più 'indigeribili'. Si preannuncia una fronda di dissidenti sul provvedimento, che al primo voto in Aula ha registrato una trentina di defezioni.

Nel documento di 10 pagine, visionato dall'AdnKronos, De Lorenzo sottolinea: "L'articolo 1 della pdl in questione modifica il comma 2 dell'articolo 52 c.p., precisando che nei casi di legittima difesa domiciliare si considera 'sempre' sussistente il rapporto di proporzionalità tra la difesa e l'offesa. L'inserimento dell'avverbio 'sempre' tra il verbo 'sussiste' e le parole 'il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo' introdurrebbe una presunzione di proporzionalità assoluta".

Secondo la deputata grillina, "per effetto di tale modifica finirebbe con l'essere ritenuta sempre legittima qualsiasi reazione difensiva anche se sproporzionata. Tale presunzione assoluta - prosegue - è chiaramente costituzionalmente illegittima in quanto finirebbe con l'essere postulata come esistente sempre e quindi anche nei casi, pur se marginali, in cui una proporzione non esiste, derivandone una violazione del principio di uguaglianza considerato che verrebbero ad essere trattati in maniera eguale fatti difensivi diversi".

Nel dossier vengono citate le parole pronunciate il 10 gennaio dal presidente dell'Anm Francesco Minisci in audizione presso la Commissione Giustizia. Per il presidente dell'Associazione nazionale magistrati "non possiamo abbandonare questo principio di proporzionalità perché non vi sarebbero più regole, non vi sarebbero più confini, non vi sarebbero più parametri e si legittimerebbe ogni forma di reato, anche l'omicidio".

De Lorenzo punta il dito anche contro il nuovo quarto comma dell'articolo 52 del codice penale, che - scrive l'autrice della relazione - "introdurrebbe una presunzione di legittima difesa". "La difesa in quanto tale", si legge ancora nel testo, "non è sempre e comunque legittima, considerato che per essere tale deve rispettare i fondamentali requisiti enunciati dal primo comma dell'art. 52 del c.p".

Vengono sollevati dubbi anche sull'articolo 2 della proposta di legge ("attraverso lo stato di grave turbamento si giustificherebbe ogni atto come espressivo di una legittima difesa") e sull'articolo 8, che disciplina la "liquidazione dell'onorario e delle spese per la difesa di persona nei cui confronti è emesso provvedimento di archiviazione o sentenza di non luogo a procedere o di proscioglimento nel caso di legittima difesa".

Per effetto di tale nuova norma "verrebbero poste a carico dello Stato soltanto le spese sostenute da colui a cui viene riconosciuta la scriminante della legittima difesa e non anche le spese sostenute da colui a cui viene riconosciuto lo stato di necessità, l'esercizio di un diritto, l'adempimento di un dovere o l'uso legittimo delle armi. Ne deriverebbe dunque una violazione del principio di uguaglianza tra la scriminante della legittima difesa e le altre", conclude De Lorenzo.

Intanto il ministro dell'Interno Salvini - oggi presente in Aula durante la discussione sulla proposta di legge - si dice ottimista sull'esito dell'iter parlamentare. "Domani la approviamo", dice ai cronisti lasciando l'emiciclo. Alla domanda se ci saranno modifiche il vicepremier leghista ribatte: "No, chiudiamo domani".

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