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Kissinger, Meloni: "Lucido punto di riferimento". Quando 'sparì' a Washington per vederlo

A Washington l'ultimo faccia a faccia tra i due. Ben due ore di colloquio con "una delle menti più lucide, punto di riferimento della politica strategica e della diplomazia", aveva scritto la premier

L’incontro a Washington tra la premier Giorgia Meloni e Henry Kissinger  - (Palazzo Chigi)
L’incontro a Washington tra la premier Giorgia Meloni e Henry Kissinger - (Palazzo Chigi)
30 novembre 2023 | 11.14
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Le foto che li ritraggono insieme, sorridenti, lei in un elegante tailleur blu notte, lui in completo blu. Tra gli ultimi impegni pubblici di Henry Kissinger, spentosi oggi all’età di 100 anni, anche l’incontro a Washington con la premier Giorgia Meloni a fine luglio. Il faccia a faccia tra i due, a chiusura della missione della presidente del Consiglio e del suo esordio alla Casa Bianca alla ‘corte’ di Joe Biden, si era tenuto nel massimo riserbo, nella suggestiva cornice di Villa Firenze, residenza dell’ambasciata italiana a Washington Dc.

Dopo la visita al cimitero di Arlington, Meloni era sparita dai ‘radar’ dei giornalisti che l’avevano seguita negli States. Ben due ore di colloquio con "una delle menti più lucide, punto di riferimento della politica strategica e della diplomazia", non aveva esitato a descriverlo la premier, ringraziando Kissinger “per il prezioso tempo che mi ha dedicato, è stato un privilegio e un onore dialogare con lui sui temi della contemporaneità".

L’ex segretario di Stato, uomo forte della diplomazia americana, era stato poco prima di vedere la presidente del Consiglio a Pechino, ricevuto in pompa magna da Xi Jinping. Mai stanco di tessere rapporti, confrontarsi, cercare nuovi spunti di riflessione e dialogo, continuando, alla soglia dei 100 anni, ad abbeverare una curiosità mia doma. Nel settembre 2022, aveva consegnato al premier uscente Mario Draghi, al quale lo legava un’antica e sincera amicizia, il premio "uomo di Stato dell’anno" della Appeal of Conscience Foundation.

Nella lunga laudatio, aveva ricordato i passaggi più importanti della sua carriera, anche a capo della Bce, descrivendolo come persona di "straordinaria abilità analitica: chiamato a diventare primo ministro in un momento estremamente difficile, perché il presidente della Repubblica e i suoi cittadini avevano deciso che avevano bisogno di lui".

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