"La rottura del Terzo Polo è stato un crimine politico"
"Stavolta penso di mettermi in gioco direttamente. Spero che ci sia correttezza". Luigi Marattin, deputato di Italia viva, annuncia su 'Il riformista' che si candiderà al congresso di proposto da Matteo Renzi per l'autunno. Il partito si avvia ad una riflessione dopo il flop degli Stati Uniti d'Europa alle elezioni europee.
"La rottura del Terzo Polo è stato un crimine politico, di cui il deludente risultato di domenica è solo una conseguenza. Il gruppo unico Iv-Azione ce l’avevamo, e funzionava benissimo", sottolinea Marattin. Ora "dobbiamo prendere atto della fine di un ciclo e ricostruire daccapo tutto, creando le condizioni politiche per un nuovo progetto. Ma deve essere un progetto che parta dal basso, coinvolgendo energie nuove. E non dalle lotte intestine tra gruppi dirigenti".
"In Italia c'è uno spazio enorme per un'offerta politica autenticamente liberal-democratica e riformatrice per quei 10 milioni di italiani che non votano più. Sta a noi costruirla". Con Schlein o con Meloni? "Al momento, no grazie: nessuno dei due".
"Riflettiamo politicamente, senza farci prendere dall’enfasi o da riflessi condizionati. Matteo Renzi ha annunciato, come Presidente del partito, il congresso. E’ una cosa seria e giusta. Perchè una comunità che vuole costruire il futuro, riflette e ragiona insieme. Sarà in quella sede che elaboreremo una risposta, una strategia e una prospettiva". Lo scrive il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, in un lungo post sui social dedicato all’analisi delle elezioni europee.
"Che esiste nella società (la banale somma dei voti tra noi e Azione di domenica avrebbe fatto superare alla lista l’Alleanza Verdi Sinistra che viene celebrata come il successo più epocale della sinistra mondiale dopo la presa del Palazzo d’Inverno…), e che chiede una proposta politica che sia all’altezza delle sfide, dei bisogni, e delle prospettive”.
“Non è impossibile costruire una prospettiva riformista, anche da noi. E’ già capitato in passato che in Italia, di fronte alla prospettazione di 'due vincitori', la risposta politica fosse una elaborazione riformista. Mutuando quella stagione, potremmo dire anche noi che ‘primum vivere, deinde philosohare’. Prima l’identità, la politica e solo dopo le alleanze, funzionali all’attuazione del progetto”, aggiunge Borghi.