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Italia-Gb, Meloni porta a casa Memorandum ma visita segnata da incidente Def

Intesa con Sunak piena, ma successo terremotato da stop Camera a relazione della maggioranza

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)
27 aprile 2023 | 22.35
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La notizia rimbalza a Downing street, dove cronisti e telecamere sono assiepati per assistere all'incontro tra il premier Giorgia Meloni e il primo ministro britannico Rushi Sunik: il governo è andato sotto sullo scostamento di bilancio, il Def deve tornare dritto in Consiglio dei ministri, il Cdm convocato il primo maggio per dare un segnale forte e chiaro all'improvviso appare in bilico. A pochi metri, dietro la storica porta con impresso il numero 10, Meloni è impegnata nel bilaterale con Sunak, obiettivo portare a casa un Memorandum atteso dal secondo governo Conte a mai chiuso, nemmeno da 'SuperMario Draghi'. La sigla arriva, ma con lei la notizia del pasticcio di Roma. Perché Meloni, sul fatto che alla Camera si sia consumato un incidente e non ci sia nessun segnale politico dietro, non ha dubbi, non tentenna nemmeno per un minuto.

Ma mastica comunque amaro, perché la visita nella City -segnata anche dalle proteste di uno sparuto gruppo di manifestanti fuori da Downing street che guadagna titoli sui giornali online- rischia di uscirne completamente offuscata, nonostante ci sia un risultato a cui il governo lavora da mesi, letteralmente a pancia a terra nelle ultime settimane. Il Consiglio dei ministri 'riparatore' viene convocato alle 18.30 ore italiane, mentre lei è impegnata in una visita che Sunak le ha 'ritagliato' su misura, aprendole la sala in cui, il sei maggio, Londra e il mondo intero assisteranno all'incoronazione di Re Carlo III. Il presidente non si collega al Cdm da remoto, ma sente Giancarlo Giorgetti e Alfredo Mantovano, condivide con loro lo sgomento e la rabbia per quanto accaduto. Poi torna in albergo, dove ad attenderla ci sono anche il compagno Andrea Giambruno e la figlia Ginevra, si ferma a parlare con lo staff. Si imbatte in un gruppo ristretto di giornalisti di agenzia, via telecamere e microfoni, non si sottrae alle domande, anzi, ma oltre a riconoscere lo "scivolone, la brutta figura", richiamando "tutti alle proprie responsabilità", tiene a rimarcare anche il successo portato a casa con il Memorandum -che tocca dossier importanti, dai migranti alla difesa, passando per gli scambi commerciali e le relazioni internazionali, Cina compresa-, l'intesa "piena, il feeling incredibile" con Sunak, la fiducia nell'Italia che ha riscontrato anche in questa missione. E che rischia di uscire completamente appannata dall'incidente Def. Che non cambierà, assicura il premier, il 'timing' del governo, che conferma tutta la tabella di marcia, a partire dal Consiglio dei ministri atteso per il 1 maggio.

"Il Def arriverà nei prossimi giorni in Parlamento e manterremo tutti gli impegni con la Ue. E’ stato uno scivolone, ho fatto il parlamentare a lungo e so che i segnali politici si danno su altro, ma credo che tutti vadano richiamati alle loro responsabilità. Noi non ci stiamo risparmiando, non può farlo nessuno”. Avanti dunque con il Cdm del "primo maggio: è il giorno della festa dei lavoratori e vogliamo dare un segnale al mondo del lavoro. Abbiamo convocato anche i sindacati per domenica sera, mi dispiace” per l'incontro alla vigilia del Cdm “ma questi erano i tempi”.

“Affrontiamo una situazione che non è facile, stiamo facendo del nostro meglio". Dietro l'affondo della Camera, si dice convinta, un “eccesso di sicurezza” ovvero una “leggerezza, non so francamente se peggio o meglio”, afferma rimarcando più e più volte il “dispiacere” per l’incidente al quale è costretta ad assistere dallla City, informata in tempo reale nell'appartamento di Downing street. “Ognuno ha la propria responsabilità. Credo che si debba fare una valutazione ulteriore, e concentrare l’attenzione sui parlamentari in missione, su chi un doppio incarico”.

“Adesso - va avanti - si tratta di organizzare meglio tutta la filiera, anche di parlarci di più tra di noi, con i capi delegazione, con i capigruppo, perché tutti devono essere coinvolti. Io ho in testa un calendario di riforme chiaro e abbastanza serrato, e credo che sia un lavoro su cui vanno coinvolti tutti quanti e mi prendo io la responsabilità di farlo. Sto già organizzando”.

La missione di Londra intanto va avanti, al netto degli scossoni inattesi di oggi. Domani il premier sarà alla Residenza dell'Ambasciatore italiano, vedrà gli investitori. A chi, tra i cronisti che l'attendono in albergo per strappare una dichiarazione su quanto accaduto a Roma, le chiede se la missione nella City sia finalizzata anche a convincere i mercati della sostenibilità del debito italiano, “io non credo - risponde con fermezza - che si debbano rassicurare i mercati con le parole, credo che si debbano rassicurare gli investitori, perché abbiamo bisogno di chi investe in Italia e compra i nostri titoli di Stato, con i fatti e questo lo abbiamo fatto e continueremo a farlo”.

“I fatti dicono che i fondamentali dell’economia italiana vanno meglio di quelli di nazioni considerate anche in Ue più solida della nostra. I fatti dicono che oggi il premier britannico Rishi Sunak mi ha ringraziato per questo, perché garantiamo stabilità in un momento di instabilità generale”. E racconta dell'amore per l'Italia che ha trovato anche qui a Londra, dello stesso Sunak innamorato con sua moglie dell''olio al tartufo, della sala a Westminster dove verrà incoronato Carlo III tra una manciata di giorni su un mosaico realizzato da italiani.

"Non ho paura delle sfide", dice più volte. E quando arrivano le domande sul Pnrr, mette in chiaro "che spenderemo tutti i soldi", ma "lo faremo al meglio", ed è qui, rivendica, che si inquadra la partita che il governo italiano sta portando avanti. "Il nostro obiettivo è utilizzare quelle risorse - dice - e lo faremo anche utilizzando i poteri sostitutivi, disegnando per quelle modifiche che sono necessarie per un Pnrr che possa essere speso nei tempi e sulle priorità che sono per noi necessarie. Ma non è un fatto che va raccontato come elemento di debolezza, semmai di forza: siamo decisi a farlo meglio, nel migliore dei modi possibili".

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