Il Cav anticipa i ruoli azzurri nell'esecutivo: "Tajani agli Esteri e vicepremier con Salvini, Saccani a Università, Bernini Pa e Pichetto Fratin alla Transizione ecologica"
"Il ministero della Giustizia alla ex presidente del Senato Elisabetta Casellati. L'accordo è stato trovato assolutamente". Lo ha detto il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi lasciando la Camera. "Nordio lo incontro per conoscerlo e vedere qual è l'apporto che può dare alla riforma della giustizia", ha spiegato. E a chi gli chiede se Meloni ha detto sì, sul nome di Casellati: "Sì, sì", replica sicuro il Cav anticipando poi i ruoli azzurri nell'esecutivo: "Tajani agli Esteri e vicepresidente del Consiglio dei ministri insieme a Salvini, Gloria Saccani all'Università, Bernini alla Pubblica Amministrazione e Pichetto Fratin all'Ambiente e alla Transizione ecologica".
Già al termine della riunione del Gruppo di Forza Italia il leader azzurro aveva spiegato che "Nordio lo incontro oggi perché mi piace di incontrarlo e di parlarci, noi abbiamo detto alla Giustizia c'è l'ex presidente del Senato Elisabetta Casellati. Su questo c'è l'accordo. Meloni ha suggerito soltanto: c'è Nordio che è bravissimo, vedilo, perché magari ti convinci che è la scelta giusta, ma io sono già convinto della scelta della Casellati, conosco le cose che ci sono da fare come riforma della giustizia".
Quanto all'incontro del 'disgelo' ieri con la premier in pectore, "non c'è stato nessun perdono, ho chiesto io di andare lì" a via della Scrofa, nella sede di Fratelli d'Italia - ha chiarito -. E i fogli con i giudizi su Giorgia Meloni fotografati nei giorni scorsi, "sono stati gli appunti che ho fatto io mentre tutti i senatori uno dopo l'altro parlavano. Il mio giudizio è su un altro foglio ed è assolutamente positivo". Così Silvio Berlusconi, al termine della riunione del Gruppo di Forza Italia.
Dunque sulle frizioni dei giorni scorsi Berlusconi getta acqua sul fuoco: "Non c'è mai stata una distanza tra noi e la signora Meloni, ho un rapporto di amicizia con lei, mio figlio ha un rapporto di amicizia, il suo uomo lavora a Mediaset - ricorda - sono tanti i punti di contatto".
Quanto ai voti azzurri mancati a La Russa per l'elezione alla presidenza del Senato il Cav chiarisce: "In Forza Italia c'è una profonda amarezza perché, a parità di elettori con la Lega, per il modo in cui sono stati distribuiti i collegi uninominali, ci ha portato ad avere venti deputati in meno della Lega e dieci senatori di meno. Noi per questo, non io ma i miei senatori - spiega l'ex premier - l'altro giorno hanno voluto dare un segnale su questo tema chiedendo pari trattamento con la Lega come lo chiediamo per le altre cariche sulla base che abbiamo lo stesso numero di elettori. Questo era un segnale, già tutti convinti di votare La Russa al secondo turno, poi lo sapete la sinistra cosa ha fatto. Non c'era - ha aggiunto - né scostamento sul programma né sulle persone".