Il leader M5s: "Rottura con Pd? Uno schiaffo anche ai loro elettori che pagheranno al voto"
Giuseppe Conte sarà capolista in più collegi. "C'è l'ipotesi sul tavolo, sì, io ci metto la faccia e lo devo fare per primo rispetto alla comunità del M5S e anzi devo garantire che le persone che porteremo in parlamento siano degni rappresentanti e portavoce dei nostri principi e dei nostri valori. Quindi sicuramente i cittadini mi troveranno in più circoscrizioni per cercare di portare avanti i principi e i valori del movimento e garantire tutto questo". Così il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, ospite oggi di 24 Mattino Estate su Radio 24.
"Il fatto che alcuni compagni ci abbiano lasciato - sottolinea Conte - dimostra la forza del Movimento 5 Stelle, vuol dire che chi resta condivide veramente principi e valori e se cambia idea è costretto ad andare via perché questi principi e valori per noi non sono negoziabili. Chi vuole fare un terzo mandato, chi vuole avere una prospettiva politica di rimanere sempre in politica spostandosi di poltrona in poltrona non può rimanere. E - avverte - saremo ancora più rigidi adesso con le parlamentarie per quanto riguarda la compatibilità con principi".
"Con Di Battista - conferma Conte, come già affermato ieri dall'ex parlamentare M5s - ci siamo parlati francamente, su alcune questioni politiche non siamo d'accordo" come "su alcune questioni di politica internazionale, non ci ritroviamo. Gli ho spiegato che oggi il movimento è strutturato e c'è una linea politica da condividere e se non la si condivide nascono delle difficoltà. Lui ha delle opinioni diverse, quindi - ribadisce - c'è una questione politica. Poi, le questioni personali le lascio a lui, fanno parte della sua storia personale e mi interessano meno".
Il leader pentastellato torna quindi sulla chiusura del Pd al M5S che ha fatto saltare l'allenza. "Hanno deciso così fin dall'inizio, in modo del tutto irrazionale e incomprensibile, dando uno schiaffo anche ai loro elettori. I vertici del Pd che hanno deciso così ne risponderanno anche al loro elettorato. Una decisione contraddittoria perché dicono no al M5S, che ha battuto il pugno sul tavolo cercando di sollecitare il governo in carica per delle priorità, e poi lavorano con Fratoianni che ha votato 55 volte la sfiducia e con Bonelli che ha ritirato il simbolo di Europa Verde alla Muroni perché ha appoggiato il governo Draghi. Hanno preferito abbracciare - aggiunge Conte - in un'operazione che conoscevano bene e che hanno appoggiato, chi come Di Maio e Tabacci ha creato, in piena difficoltà e in un equilibrio precario del governo, una nuova forza politica che ha provocato uno smottamento nel precario equilibrio degli assetti di maggioranza".
Quanto al ruolo del Movimento nella caduta del governo, Conte ribadisce che "il mio obiettivo non era minare la stabilità del governo Draghi, era ottenere risposte e un cronogramma puntuale e un po' più preciso sulle misure urgenti da adottare. Non era mia intenzione ritirare i ministri ma anzi - precisa - incalzare l'agenda".
"Al centro della nostra azione politica ci saranno il lavoro e i lavoratori - afferma quindi l'ex premier - lavoreremo e ci batteremo per ottenere innanzi tutto un salario minimo, almeno 9 euro lordi l'ora per tutte le categorie lavorative, e soprattutto per contrastare le forme di precariato".
Quanto alla posizione del Movimento rispetto alla politica estera, "io non prendo ordini da Washington - rivendica Conte - io sono l'unico leader politico che quando ha governato prima e quando si presenta adesso in campagna elettorale non va a Washington a prendere ordini. Io sono leale con tutti i nostri alleati ma difendo gli interessi nazionali in modo vero , non faccio come la Meloni che va a Washington a farsi raccomandare per governare e poi parla di interesse nazionale. Io do per scontato che non siamo un Paese a sovranità limitata".