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Europee, mamma del musicista ucciso a Napoli: "Candidata? Pronta a correre"

"Nessuno me l'ha chiesto finora, ma accetterei. Sarei portavoce di Napoli e del Sud"

Daniela Di Maggio sul palco di Sanremo (Fotogramma)
Daniela Di Maggio sul palco di Sanremo (Fotogramma)
09 febbraio 2024 | 19.23
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Daniela Di Maggio, mamma di Giovanbattista Cutolo, detto 'Giogiò', il giovane musicista ucciso in strada a Napoli per futili motivi, apre a un suo possibile impegno in politica. "La politica è una cosa complessa, nessuno finora mi ha chiesto di candidarmi . - dice all'Adnkronos - FdI mi vorrebbe in lista per le europee? Se sapessi che, andando in Europa, con il mio impegno potrei riuscire a incidere per cambiare leggi assurde che danneggiano l'agricoltura italiana, il Made in Italy, la sanità, direi di sì a una candidatura. Correrei". Le sue parole dopo le indiscrezioni (apparse sul quotidiano Il Foglio) secondo le quali Fratelli d'Italia starebbe pensando alla logopedista napoletana come volto della società civile al Sud per le liste da presentare alle europee di giugno.

"Sarei la portavoce di Napoli e dell'Italia"

"Sarei la portavoce di Napoli e dell'Italia", spiega Di Maggio, che dice di non essere animata "da uno spirito politichese". Al momento, però, la madre di Giogiò precisa di non aver ricevuto alcuna offerta: "Sono pur sempre la mamma di un musicista ucciso. Finora ho trovato persone molto umane che hanno avuto la delicatezza di non chiedermi una cosa del genere, non credo sia il momento giusto". Ma la svolta potrebbe essere vicina. "La politica è difficile, secondo qualcuno è più complicata della fisica. Probabilmente, io sto già facendo politica senza saperlo, mi sto impegnando come 'civica' per cambiare, per esempio, la legge Gozzini, cioè quella che ti fa uscire un Salvatore Parolisi da galera in poco tempo", sottolinea Di Maggio, che aggiunge: "La mia azione politica in questo periodo è involontaria, viene spinta dal male che ho nell'anima e che mi esorta a cercare giustizia".

L'impegno della madre di Giogiò è soprattutto focalizzato sul tema dei minori: "E' assurdo che io debba iniziare un processo in cui non mi posso costituire parte civile. Il ragazzo che ha ucciso mio figlio era già a piede libero con messa alla prova. Era una persona dedita al male. Si è ritrovato a piede libero per una legge beffa: non si può mettere alla prova un criminale così. Se non avessi fatto togliere la messa alla prova a Ostellari, probabilmente l'avvocato dell'assassino di mio figlio l'avrebbe chiesta. E poi non sai di fronte a quale giudice ti trovi...", prosegue Di Maggio, citando l'impegno del sottosegretario alla Giustizia della Lega per inserire nel dl Caivano lo stop della messa alla prova per i minorenni che compiano reati gravi, quali omicidio, stupro e rapina aggravati. "Qui probabilmente ho iniziato a fare politica", racconta la mamma di Giogiò, che con il suo intervento all'Ariston nella serata inaugurale di Sanremo ha fatto registrare il picco di ascolti in tv con oltre 16 milioni di spettatori.

"Ho incontrato Giorgia Meloni, si commosse: le chiesi impegno per i minori"

La madre del musicista ucciso è stata ricevuta a ottobre a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni, con la quale ha stretto un rapporto "molto umano e poco istituzionale", racconta ancora all'Adnkronos Di Maggio: "Quando l'ho incontrata, per prima cosa l'ho chiamata presidente. Poi le ho detto: ti chiamo Giorgia, perché devi empatizzare con me... Cosa avresti fatto, da madre, al posto mio? Gli occhi le si sono riempiti di lacrime. Così le ho chiesto una mano: bisogna fare qualcosa per mio figlio e per tutti i ragazzi che restano a Napoli. Da lì si è messa in moto la macchina. Al funerale di Giogiò c'erano tutti i colori della politica". Di Maggio spende parole positive anche per il leader della Lega Matteo Salvini ("è stato molto caloroso") ma soprattutto per il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: "L'ho apprezzato per la sua umanità. Sembrava di parlare con un fratello".

Dunque, la mamma di Giovanbattista in campo per cambiare la giustizia? "Ci troviamo in una società avvezza alla violenza, perché le leggi italiane non garantiscono la punibilità: creano un'orda umana di gente che delinque sapendo che poi non succede nulla. Se noi consentiamo questo, non potremo uscire più, neanche per fare la spesa. La politica del male sta prendendo il sopravvento".

(di Antonio Atte)

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