Fa discutere la decisione di decretare il lutto nazionale nel giorno dei funerali di Stato del leader di Forza Italia
Fa discutere la decisione di decretare il lutto nazionale per mercoledì 14 giugno, giorno dei funerali di Stato di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere è stato premier per 4 volte, quindi le esequie di Stato gli spettano di diritto, ma è sul lutto nazionale che si concentrano i distinguo. C'è poi chi contesta la disposizione sulle bandiere a mezz'asta. Esemplificativa la scelta al riguardo del rettore dell'Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, di non esporre bandiere a mezz'asta in Unistrasi.
"I funerali di Stato sono previsti ed è giusto che ci siano ma il lutto nazionale per una persona divisiva com'è stato Berlusconi secondo me non è una scelta opportuna”, dice Rosy Bindi, ex ministra ed esponente del Partito Democratico, ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1.
"Chi fa politica è sempre divisivo - replica il capogruppo di Fdi al Senato, Lucio Malan, ai microfoni di Tagadà su La7 - De Gasperi tanti l'hanno votato, tanti non l'hanno votato. Togliatti un po' di meno l'hanno votato, un po' di più non l'hanno votato. I Presidenti della Repubblica rappresentano l'unità della nazione ma anche loro hanno il loro passato politico. Se il criterio è solo chi non ha creato divisioni, non si dichiarerebbe mai" il lutto nazionale.
Commenta Matteo Renzi, a Tagadà: "Rosy Bindi è una donna che ha visibilità nel momento in cui parla male di qualcun altro. Solitamente di Berlusconi, talvolta di me".
Andrea Crisanti, senatore del Pd, è contrario anche ai funerali di Stato. "Comprendo con sincera empatia il dolore che la scomparsa di Silvio Berlusconi crea non solo nei suoi affetti personali, ai quali vanno le mie più sentite condoglianze, ma anche alla sua comunità politica e a un intero sistema Paese che con il suo operato e la sua figura si è identificato. Tuttavia - mette in chiaro - non posso non esprimere la mia ferma contrarietà ai funerali di Stato, che ritengo inopportuni, così come al lutto nazionale per il nostro ex presidente del Consiglio". "Berlusconi è stato un uomo politico che ha ricoperto importanti ruoli istituzionali e condizionato la vita politica dell'Italia. Ma non dobbiamo dimenticare che alcune sue azioni non hanno avuto alcun rispetto per lo Stato che rappresentava", afferma Crisanti.
Anche per Eleonora Mattia, consigliera regionale Pd del Lazio e presidente del Comitato Regionale di Controllo Contabile, è "inopportuno il #luttonazionale per #SilvioBerlusconi, leader politico di #ForzaItalia dal carisma indiscusso ma dall'operato discutibile. Con questa scelta il Governo dimostra di non saper discernere tra senso delle Istituzioni e tifoseria politica", sottolinea in un tweet.
"Presidente Meloni, questo lutto nazionale non è in mio nome", scrive su Fb Paolo Romano, il 26enne consigliere regionale Pd in Lombardia, recordman preferenze alle ultime elezioni.
Sui social interviene il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra: "Ma non è un po' eccessivo? Certo il cordoglio, il rispetto, i funerali di Stato. Nulla da obiettare. Ma la scelta, tutta politica, del lutto nazionale, e le Camere ferme addirittura per una settimana…". "Per quanti giorni - prosegue il leader di SI - avrebbe dovuto fermarsi il Paese dopo le stragi in cui furono uccisi Falcone, Borsellino e le loro scorte? O dopo il rogo della ThyssenKrupp in cui morirono bruciati vivi 7 lavoratori? O di fronte - conclude Fratoianni - alla quotidiana terribile conta dei morti sul lavoro?".
Per Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare, "la decisione del governo di dichiarare il lutto nazionale è un atto di prepotenza che offende tante italiane e italiani".