Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto in materia di giustizia: privacy e garanzia di anonimato fra le misure. Le nuove norme sulle intercettazioni slittano da maggio a settembre. Palazzo Chigi precisa: "Nessuna limitazione ai diritti per chi non usa l'app"
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto in materia di giustizia, con la stretta alle scarcerazioni e il rinvio della riforma delle intercettazioni, e la disciplina sulla app e sul tracciamento.
Interventi che regolano il funzionamento della app sul tracciamento anti contagi: garanzie su anonimato e privacy, no alla geolocalizzazione e limite alla conservazione dei dati, che saranno cancelati entro la fine dell'anno. Stretta sulla concessione dei domiciliari ai detenuti per reati gravi, di mafia e di criminalità organizzata, questione al centro della polemica politica dopo i casi di scarcerazione di alcuni boss decisi dai tribunali di sorveglianza. E il rinvio al 1° settembre dell'entrata in vigore della riforma delle intercettazioni. Queste le principali misure contenute nel decreto approvato dal Cdm.
Chiarezza e trasparenza sull'uso della App. Nel decreto è previsto che "gli utenti ricevano, prima dell’attivazione dell’applicazione, informazioni chiare e trasparenti al fine di raggiungere una piena consapevolezza, in particolare, sulle finalità e sulle operazioni di trattamento, sulle tecniche di pseudonimizzazione utilizzate e sui tempi di conservazione dei dati". La app assicura poi che "il trattamento effettuato per il tracciamento dei contatti sia basato sui dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi oppure ove ciò non sia possibile pseudonimizzati; è esclusa in ogni caso la geolocalizzazione dei singoli utenti".
Nessuna limitazione o conseguenza relativa all'esercizio dei diritti se si decide di non utilizzare la app. "Il mancato utilizzo dell’applicazione non comporta alcuna limitazione o conseguenza in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati ed è assicurato il rispetto del principio di parità di trattamento". Garanzie anche sull'uso dei dati raccolti attraverso l’applicazione, che "non possono essere utilizzati per finalità diverse" fatta salva "la possibilità di utilizzo in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini statistici o di ricerca scientifica". La piattaforma utilizzata per il tracciamento, infine, "è realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o in controllo pubblico".
La parte del decreto che riguarda gli interventi in materia di giustizia prevede innanzitutto che per la scarcerazione e la concessione dei domiciliari a detenuti per reati di mafia e terrorismo, legata all'emergenza coronavirus, sono necessari il parere del procuratore della Repubblica e del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e "salvo esigenze di eccezionale urgenza, il permesso non può essere concesso prima di 24 ore dalla richiesta dei predetti pareri".
Nel caso di detenuti per uno dei delitti di competenza delle direzioni distrettuali antimafia, si legge nel decreto" l’autorità competente, prima di pronunciarsi, chiede il parere del procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto ove ha sede il tribunale che ha emesso la sentenza e, nel caso di detenuti sottoposti al regime previsto dall’articolo 41-bis, anche quello del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo".
Un articolo riguarda poi l'entrata in vigore delle nuove norme sulle intercettazioni, che slitta dal 1 maggio al 1 settembre. Il decreto prevede anche che le nuove disposizioni si applichino ai procedimenti penali iscritti successivamente al 31 agosto. Infine, la parte che stabilisce i limiti all'applicazione del processo da remoto. Le disposizioni, si legge nel decreto, "non si applicano, salvo che le parti vi acconsentano, alle udienze di discussione finale, in pubblica udienza o in camera di consiglio e a quelle nelle quali devono essere esaminati testimoni, parti, consulenti o periti".