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Alla conquista di Palazzo Chigi

Palazzo Chigi, sede del Governo  - FOTOGRAMMA
Palazzo Chigi, sede del Governo - FOTOGRAMMA
26 marzo 2018 | 15.34
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Governo ai blocchi di partenza. L'elezione di Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico alle presidenze di Senato e Camera e la consegna delle dimissioni di Paolo Gentiloni al capo dello Stato danno il via libera alla formazione di un nuovo Esecutivo. Un Esecutivo che sarà guidato da "un premier indicato dal centrodestra", garantisce il segretario della Lega Matteo Salvini, cercando di distendere i rapporti con l'alleato Silvio Berlusconi. Eppure l'ipotesi di un accordo Carroccio-M5S, con il conseguente indebolimento di Forza Italia, non sembra così improbabile, soprattutto alla luce dell'apertura mostrata dal garante del Movimento Beppe Grillo, che ieri ha lodato Salvini definendolo "uno che quando dice una cosa la mantiene".

Intanto prosegue, secondo la tabella di marcia istituzionale, la road map per la formazione del nuovo governo con l'elezione, entro domani, dei presidenti dei gruppi parlamentari. Mercoledì è prevista la prima riunione della Conferenza dei Capigruppo cui seguirà la seduta per eleggere il Consiglio di Presidenza, con la nomina di quattro vicepresidenti, tre questori e otto segretari d'Aula. Tutte procedure, quelle per l'insediamento delle Camere e dei Gruppi parlamentari, che dovrebbero concludersi intorno alla domenica di Pasqua, il primo aprile. Poi, dalla settimana successiva, Mattarella definirà l'agenda delle consultazioni.

La formazione del governo prevede, infatti, un complesso ed articolato processo nel quale si può distinguere la fase preparatoria da quella dell'incarico, fino a quella che caratterizza la nomina. Prima di assumere le funzioni, inoltre, il Presidente del Consiglio e i Ministri dovranno prestare giuramento ed ottenere la fiducia dei due rami del Parlamento come prescritto dagli articoli 93 e 94 della Costituzione. Vediamo, di seguito, le principali tappe istituzionali che scandiranno la nuova legislatura e condurranno all'insediamento del nuovo Esecutivo.

LE CONSULTAZIONI - Dovrebbero partire subito dopo Pasqua le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per capire se e come sarà possibile dar vita a una maggioranza in grado di esprimere e sostenere un governo. Al Quirinale saliranno i presidenti delle Camere, l'ex capo dello Stato Giorgio Napolitano e i rappresentati dei gruppi parlamentari. Al termine delle consultazioni Mattarella deciderà il da farsi: se conferire l'incarico esplorativo o l'incarico pieno per formare il nuovo governo. Nel frattempo, l'attuale presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, resterà in carica per gli affari correnti.

L'INCARICO - Il Presidente conferisce l'incarico direttamente alla personalità che, per indicazione dei gruppi di maggioranza, può costituire un governo ed ottenere la fiducia dal Parlamento. Una volta conferito l'incarico, il Presidente della Repubblica non può interferire nelle decisioni dell'incaricato, né può revocargli il mandato per motivi squisitamente politici. L'incaricato, che di norma accetta con riserva, dopo un breve giro di consultazioni, si reca nuovamente dal capo dello Stato per sciogliere, positivamente o negativamente, la riserva.

LA NOMINA - Subito dopo lo scioglimento della riserva si perviene alla firma e alla controfirma dei decreti di nomina del Capo dell'Esecutivo e dei Ministri. Il procedimento, in sintesi, si conclude con l'emanazione di tre tipi di decreti del Presidente della Repubblica: quello di nomina del Presidente del Consiglio; quello di nomina dei singoli ministri; quello di accettazione delle dimissioni del Governo uscente.

IL GIURAMENTO E LA FIDUCIA - Prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i Ministri devono prestare giuramento. Entro dieci giorni dal decreto di nomina, il Governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia, voto che deve essere motivato dai gruppi parlamentari ed avvenire per appello nominale, al fine di impegnare direttamente i parlamentari nella responsabilità di tale concessione di fronte all'elettorato.

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