di Stefania Marignetti
Brescello osservato speciale. Il paese che ha fatto da sfondo alle avventure di Don Camillo e Peppone fa i conti con il maltempo e con i cambiamenti climatici. Non che le piene del Po rappresentino una novità, basta guardare il film “Il ritorno di Don Camillo”, 1953, con le immagini (vere) della piazza e della chiesa allagate a seguito della piena del 1951. D'altra parte, lì l'abitato è storicamente costruito sotto il livello dell'argine.
Solo che "con i cambiamenti climatici, eventi che si verificavano in queste zone ogni 25-30 anni, ora si ripetono ogni anno", spiega all'AdnKronos il geologo Maurizio Zamboni, stamattina sul posto, membro di Sigea, la società italiana di geologia ambientale".
Brescello e l'adiacente Boretto, e poi Suzzara, Guastalla, Luzzara. Tutti paesi nati e cresciuti vicino all'acqua, costruiti sotto l'argine "e per quanto gli argini maestri del Po siano saldi e sicuri, qualcosa può sempre succedere", spiega Zamboni.
Sono luoghi, continua il geologo, "storicamente a vulnerabilità elevata. A Brescello gli allagamenti sono sempre stati frequenti, ma il problema è che con i cambiamenti climatici il rischio diventa maggiore ed è più probabile che, in assenza di manutenzione e azioni di salvaguardia, prima o poi possa verificarsi una rottura arginale, con allagamenti e inondazioni".
Insomma, per salvare questi luoghi "ci vuole un'azione di salvaguardia in un'ottica futura, mettendo in campo competenze e risorse". Paesi da sempre abituati a convivere con il Po, "ma l'espansione urbanistica mal gestita, le concentrazioni di piogge e i cambiamenti climatici che portano ad eventi sempre più frequenti e continuativi rappresentano problemi da non sottovalutare", conclude Zamboni.