"Fondamentali serenità e un rapporto paritetico tra chi cura e chi viene curato"
"Non bisogna avere l'ansia di guarire, e poi guarire da cosa? Dal male di vivere, da un tumore, da una malattia dell'animo o del corpo? L'importante è dare la certezza laica e leggera di curare e magari di guarire. Sbagliato poi parlare di malattie incurabili, semmai bisogna dire inguaribili ma curabili perché essere certi di non far sentire sola la persona che soffre è un nostro compito. Il mito della guarigione ci attanaglia troppo l'anima e giustifica qualsiasi spericolato esperimento. Fondamentali, invece, sono leggerezza, serenità e un rapporto paritetico tra chi cura e chi viene curato. La cura deve servire non solo a chi sta male ma anche a chi assiste la persona malata per aumentare le libertà, l'autodeterminazione, la possibilità di decidere un po' di più della sua vita". Lo ha detto il senatore Antonio Guidi (FdI), ex ministro della Famiglia e oggi membro della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato intervendo al nuovo appuntamento Adnkronos Q&A 'La cura delle persone', al Palazzo dell’Informazione, in occasione della Giornata mondiale della popolazione.