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Cafà (Cifa): "Serve una banca dati e un sistema di accreditamento per piattaforme formative"

Andrea Cafà presidente di Cifa
Andrea Cafà presidente di Cifa
07 settembre 2021 | 12.07
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"La pandemia e il distanziamento sociale hanno di fatto rivalutato la modalità di erogazione della formazione a distanza anche nell’ambito della sicurezza sul lavoro. Certo, il digitale non sostituisce l’aula ma risulta uno strumento integrativo e complementare. L’importante, in un ambito così cruciale, è l’uso corretto della tecnologia. Ministero del Lavoro, Anpal e Regioni hanno adottato, fin qui, linee guida che indicano i requisiti minimi strutturali e tecnologici che le piattaforme telematiche debbono possedere per assicurare certezza sulla formazione erogata. Si tratta, tuttavia, di indicazioni adeguate a regolare una fase di emergenza, ma insufficienti a disciplinare compiutamente e a regime il digital learning in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro". E' quanto si legge in una nota della Cifa. Secondo l’associazione datoriale Cifa, "è necessario non solo introdurre standard minimi di qualità, ma anche utilizzare piattaforme adeguate, a garanzia di tutti gli attori del sistema formativo. Si assicurerebbero così la qualità della formazione erogata e la raccolta di tutti i dati presso una banca dati unica".

"Un obiettivo - sottolinea il sindacato - che andrebbe raggiunto attraverso la definizione, da parte delle amministrazioni coinvolte nel processo di finanziamento e monitoraggio della formazione in tema di sicurezza, di una compliance che dia vita a un sistema di accreditamento delle piattaforme che erogano la formazione a distanza e a una banca dati sulla sicurezza per il monitoraggio delle attività formative". Per Andrea Cafà, presidente di Cifa, "il sistema di accreditamento raggiungerebbe parecchi obiettivi: porterebbe a un registro unico delle piattaforme telematiche attraverso cui erogare la formazione, consentirebbe alle aziende e alle agenzie formative di semplificare i tempi d’individuazione delle piattaforme, eviterebbe ragioni di contenzioso, garantirebbe certezza e immodificabilità dei dati ivi inseriti e costituirebbe la base di un sistema di monitoraggio dell’adempimento dell’obbligo formativo a beneficio dei lavoratori e delle aziende".

"La costituzione di una banca dati - spiega - sulla sicurezza alimentata dalle piattaforme accreditate consentirebbe di acquisire in tempo reale i risultati di tutte le attività formative svolte sia in e-learning sia in aula fisica, rendendo possibile una gestione efficace dei controlli ispettivi e la definizione di serie politiche di prevenzione, nonché di analisi di contesto".

"Un sistema - sottolinea Cafà - interamente digitalizzato di monitoraggio e controllo dell’assolvimento dell’obbligo formativo e l’introduzione di elevati standard di qualità della formazione erogata sono una strategia idonea a ridurre gli incidenti sul lavoro e a creare un modello di cultura della sicurezza ancora assente in molti contesti lavorativi".

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