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Ance, Brancaccio: "Candidata per passione, corro per essere presidente di tutto il sistema"

L'intervista all'imprenditrice napoletana in corsa per la presidenza dell'associazione nazionale dei costruttori edili.

Federica Brancaccio, in corsa per la presidenza di Ance Confindustria
Federica Brancaccio, in corsa per la presidenza di Ance Confindustria
25 marzo 2022 | 17.12
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"Devo dire che ho riflettuto tanto prima di accettare di candidarmi alla guida dell'Associazione. E' un momento complicato e delicato, non solo per Ance, ma per l'intero Paese. A spingermi è la passione, quella che mi ha animato in questi tantissimi anni di vista associativa. Sarei il primo presidente proveniente dal Mezzogiorno in 76 anni di vita dell'Associazione? Sì, ma io, se sarò eletta, sarò la presidente dell'intero sistema. Ogni territorio ha le sue istanze ma la chiave è fare sintesi, con la propria squadra, e cercare di trovare le soluzioni". Così, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Federica Brancaccio, candidata, come anticipato nei giorni scorsi dalla nostra testata, alla presidenza di Ance Confindustria, insieme all'attuale vicepresidente Edoardo Bianchi, anch'egli in corsa.

Brancaccio, napoletana, presidente uscente dell'Associazione dei costruttori di Napoli, dal 1995 legale rappresentante della 'Brancaccio Costruzioni spa', società specializzata in opere pubbliche che opera su tutto il territorio nazionale, è quindi in corsa per sostituire il numero uno attuale dell'Associazione nazionale costruttori edili, Gabriele Buia, che lascerà l'incarico entro giugno.

Secondo Brancaccio, che sarebbe anche la prima donna a guidare l'associazione dei costruttori, la sua candidatura "è la testimonianza della maturità raggiunta dall'intero sistema, non esiste una spaccatura tra Nord e Sud del Paese". "Ci son diverse istanze che arrivano dai diversi territori, ma se un presidente arriva dal Trentino o arriva dalla Campania è comunque il presidente dell'intero sistema", spiega l'imprenditrice.

E oggi è necessario fronteggiare tutti insieme, sottolinea Brancaccio, una situazione di eccezionale emergenza. "Dopo anni di crisi -racconta- che hanno falcidiato imprese, lavoratori e competenze nel nostro settore ci era sembrato di vedere una luce in fondo al tunnel. E ci stavamo impegnando per essere all'altezza di questa opportunità, facendo un sforzo sulla competitività delle aziende dopo tutti questi anni di difficoltà. E invece è arrivato prima il caro-materiali, poi il caro-energia e infine la ciliegina sulla torta della guerra. E così oggi dobbiamo dire che non siamo in grado di portare avanti i cantieri in corso, lavoriamo già in perdita", sottolinea amara l'imprenditrice.

La situazione si sta facendo sempre più insostenibile per le aziende. "Per esperienza personale, posso dire che sempre più fornitori ci contattano per dire che non riescono a onorare i contratti e gli accordi presi per le forniture di materiali. La mattina non so se mi arriva la merce in cantiere...", ribadisce.

Per questi motivi "noi chiediamo una corretta riprogrammazione del Pnrr, servono meno opere ma certe di essere realizzate, non si devono buttare via i soldi. Dirlo, da parte nostra, è un dovere. Il rischio è di bandire le gare e poi non si riescono a realizzare, i cantieri si fermano, le imprese falliscono e abbiamo un costo enorme per il Paese. Quindi, non sprechiamo soldi, diamo piuttosto la giusta attenzione ai lavori in corso che sono già in perdita".

Brancaccio sottolinea che "la nostra è una posizione seria nell'interesse del Paese, è nostro dovere lanciare l'allarme sulle opere che rischiano di restare incompiute con uno spreco di danaro pubblico", aggiunge.

E indubbiamente, ribadisce la candidata alla guida dell'Ance, "la guerra in Ucraina ha aggravato le difficoltà, le criticità che già stavamo vivendo in edilizia, per il caro-materiali, per l'energia. E credo che dopo questo conflitto sarà centrale rivedere le politiche energetiche, anche a livello di Ue".

Servono misure più incisive da parte del governo. "Lo sforzo fatto finora dal governo sugli appalti non basta, non è sufficiente. Le misure non riescono a compensare quanto già sta accadendo, e sono anche complicate da attuare. Si dovrebbe guardare a quanto fatto invece in Francia e in Spagna, dove si è creato un meccanismo di rivisitazione del corrispettivo d'appalto che è serio ed equo, sia in dare che in avere. Perché nessuno di noi vuole speculare", ribadisce Brancaccio.

E sul 'nuovo corso' dell'Ance l'imprenditrice ribadisce che "il mio parere è che si dovrà seguire un doppio binario: da una parte, gestire l'emergenza del quotidiano, in questo momento delicato e impegnativo, tra caro prezzi ed effetti del conflitto. Dall'altra, però, dobbiamo cercare di innalzare il livello di innovazione e di competenze delle nostre imprese, in particolare delle piccole e medie aziende, che spesso da sole non riescono a farcela. E l'associazione deve essere pronta a sostenerle in questo percorso con tutti gli strumenti possibili", conclude.

(di Fabio Paluccio)

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