Il presidente di Energoatom, Petro Kotin, denuncia anche torture e uccisioni
Energoatom accusa le forze russe che occupano la centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sudest dell'Ucraina, di aver rapito e maltrattato il suo staff. Circa 200 persone sarebbero state prese e l'operatore ucraino non sa dove si trovino alcune di loro, ha detto al gruppo editoriale tedesco Funke il presidente di Energoatom, Petro Kotin, aggiungendo che ci sono stati casi in cui lavoratori sono stati torturati e uccisi.
Per il personale di Energoatom è stato molto difficile continuare il lavoro nella centrale, ha ribadito Kotin, secondo il quale prima della guerra nel sito lavoravano circa 11.000 persone, ridotte a circa mille. L'Aiea ha definito "insostenibile" la situazione a Zaporizhzhia.