Il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo: "Seguiranno anni di trattative difficili guidate da Usa"
''E' passato un anno da quando l'operazione speciale è iniziata. Un anno da quando i nostri militari ristabiliscono l'ordine, la pace e la giustizia nella nostra terra, proteggono il nostro popolo e distruggono le radici del neonazismo. Sono eroi. L'intero Paese li aiuta, fornendo al fronte tutto il necessario''. Così il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Sergei Medvedev ha commentato su Telegram l'anniversario dell'invasione dell'Russia dell'Ucraina, affermando che ''la vittoria sarà raggiunta. Vogliamo tutti che questo accada il prima possibile. E quel giorno verrà. Restituiremo i nostri territori e proteggeremo in modo affidabile la nostra gente, che ha sofferto durante gli anni di genocidio e bombardamenti''.
E' ''molto importante raggiungere tutti gli obiettivi dell'operazione militare speciale'', ha proseguito Medvedev, e ''spingere il più lontano possibile i confini delle minacce al nostro paese, anche se questi sono i confini della Polonia''. Per l'ex presidente russo va quindi ''distrutto il neonazismo'' in modo che ''il mondo trovi la pace tanto attesa''.
Al termine di quella che la Russia ha definito una ''operazione militare speciale'' in Ucraina ''ci saranno trattative che, ne sono certo, diventeranno difficili e nervose'' e dureranno ''mesi, anni'', ha scritto ancora su Telegram. Secondo il fedelissimo di Putin ''le decisioni per il regime di Kiev, ovviamente, non saranno prese da una specie di Zelensky, se è ancora vivo, o dalla sua cricca. La decisione sarà presa oltreoceano da coloro che hanno in mano la fornitura di armi a Kiev e lo stanziamento di denaro per mantenere ciò che resta dell'economia ucraina''.
Secondo Medvedev ''i principali nemici del nostro Paese'' vogliono ''indebolire il più possibile la Russia, dissanguarci a lungo. Pertanto, non sono interessati a porre fine al conflitto. Ma prima o poi, secondo le leggi storiche, lo faranno. E poi ci sarà un accordo. Naturalmente, senza accordi fondamentali su confini reali o su un nuovo Patto di Helsinki che garantisca la sicurezza in Europa. Solo una specie di accordo''. Quindi, prosegue, ''molto probabilmente inizierà un periodo non meno difficile. Mesi e anni estenuanti di confronti, capricci e maleducazione da parte di chi gestirà ciò che resta dell'Ucraina''. Ma ''questo non può essere permesso'' ed è per questo che è molto ''importante raggiungere tutti gli obiettivi dell'operazione militare speciale''.