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Ucraina, ipotesi conferenza di pace in Svizzera a giugno: Russia non invitata

Il nodo è la presenza del 'Sud globale': difficile che la Cina ci sia, in dubbio anche India e Brasile

Volodymyr Zelensky
Volodymyr Zelensky
09 aprile 2024 | 23.22
LETTURA: 3 minuti

L'Ucraina spinge per una conferenza di pace in Svizzera da tenersi alla metà di giugno - per approfittare della presenza in Europa di Joe Biden, che sarà al G7 in Puglia dal 13 al 15, e per non arrivare troppo a ridosso delle elezioni americane di novembre - ma il nodo è la presenza dei Paesi del cosiddetto 'Sud globale', per i quali la partecipazione della Russia al tavolo è dirimente. Ma Mosca non è stata invitata e non ci sarà, come ha fatto sapere l'ambasciata russa a Berna.

"Gli ucraini vorrebbero che alla conferenza ci fossero 80-90 Paesi e il maggior numero possibile di Paesi del Sud globale - dicono all'Adnkronos fonti diplomatiche - ma è difficile che la Cina ci sia se la Russia non ci sarà, tanto più in un momento in cui è forte la convinzione che Mosca stia prevalendo sul terreno. E l'assenza della Cina potrebbe tirarsi dietro anche quella di Paesi come l'India e il Brasile", con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva che ha tra l'altro già fatto sapere che al G20 di novembre a Rio de Janeiro ha invitato anche Vladimir Putin.

L'obiettivo di Zelensky

L'idea del presidente Volodymyr Zelensky - che punta ad una conferenza a livello di capi di Stato e di governo - è di ottenere quantomeno "un assenso di principio" per il suo piano di pace in 10 punti in linea con la Carta dell'Onu, per poi organizzare dei mini vertici sui singoli punti, in vista di una seconda conferenza alla quale 'ammettere' la Russia, "obbligandola" ad accettare il piano di pace approvato.

Un percorso che vede Mosca totalmente contraria, ma che non piace neanche ai Paesi del sud globale, dove si va tra chi continua a fare affari con la Russia e chi è quantomeno indifferente alle ragioni di Kiev e lamenta le conseguenze della guerra sui costi delle materie prime. Per non parlare degli effetti dell'attacco del 7 ottobre, che ha esposto l'Occidente alle accuse di 'doppio standard' per il suo sostegno incondizionato a Israele nella guerra a Gaza.

In questa fase, per ora, i Paesi europei e gli Stati Uniti ribadiscono il pieno appoggio alla 'formula di pace' di Zelensky, ma allo stesso tempo sollecitano Kiev a fare in modo che ci sia un'adeguata partecipazione del 'Global South' per evitare che la conferenza, che potrebbe tenersi a Lucerna, si trasformi "in un boomerang", sottolineano le fonti.

Ucraina in crisi sul campo di battaglia

Intanto, se dal punto di vista diplomatico il cammino è ancora tutto in salita, dal punto di vista militare è forse uno dei momenti peggiori per l'Ucraina, a quasi 26 mesi dall'inizio della guerra. "Siamo in una fase molto, molto delicata - commentano gli analisti - Kiev ha bisogno di munizioni (nel Donbass, il rapporto con i russi è di uno a 7), c'è una drammatica carenza di sistemi di difesa aerea, con i russi che martellano città e infrastrutture per distruggere la capacità industriale e la produzione industriale ucraina, e di artiglieria a lungo raggio".

Gli osservatori sul terreno ritengono che "al momento non ci sarebbe il rischio di uno sfondamento del fronte", ma bisogna fare i conti con la mobilitazione di "altri 500mila soldati russi", mentre "in Ucraina si è esaurito il serbatoio dei volontari" ed è in discussione l'approvazione di una legge per abbassare da 27 a 25 anni l'età del servizio militare. "Gli ucraini non sono demotivati, ma certo disillusi, hanno paura di essere trasformati in carne da cannone, mentre in effetti ci sono state troppe aspettative sulla controffensiva della scorsa primavera", chiosano le fonti.

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