Attenti a Cina e Russia
E' iniziata la campagna elettorale per le europee e il memorandum d'intesa tra Ue e Tunisia che avrebbe dovuto fermare gli sbarchi di migranti in Italia è diventato "ostaggio" delle divisioni politiche a Strasburgo. E' quanto dicono all'Adnkronos diverse fonti a Bruxelles, che non nascondono la loro delusione per quanto sta succedendo: "Tutto quello che si è fatto sulla Tunisia a partire dal memorandum è diventato un elemento politicamente divisivo". E rilanciano l'allarme: "Non lasciamo il Paese a Russia e Cina".
La Commissione europea ha fatto sapere che resta "impegnata all'attuazione del memorandum" firmato il 16 luglio scorso, ma la verità è che anche all'interno dell'esecutivo Ue ci sono posizioni e sensibilità diverse, incarnate per un verso dal socialista spagnolo Josep Borrell, l'Alto rappresentante per la politica estera, e dall'altra dal commissario all'Allargamento Oliver Varhely, ungherese nominato da Viktor Orban.
Uno scontro neanche troppo sottotraccia rinfocolato dal veto di Tunisi a una delegazione della commissione Esteri del Parlamento europeo, che avrebbe dovuto visitare il Paese in queste ore, incontrando anche personalità non gradite al presidente Kais Saied. Un 'no' per il quale l'Europarlamento ha chiesto "chiarimenti", mentre Borrell ha espresso "rammarico e sorpresa".
Dinanzi ai numeri impressionanti degli arrivi dalla Tunisia in questi giorni, c'è chi parla di ricatto, sul modello di quanto avvenne negli anni scorsi con Libia e Turchia. E' un'ipotesi, ma "la verità è che la Tunisia è vittima di un'invasione, sta facendo il possibile per fermarla, ma non ha veramente i mezzi per farlo".
E chi può darle i mezzi è l'Ue, che deve capire che "il problema Tunisia è un problema europeo, bisogna andare oltre lo scontro politico e gestire insieme l'emergenza, anche per non lasciare il Paese nelle mani di Russia e Cina", insistono a Bruxelles. La soluzione in sostanza è lì e il nodo è tutto politico.