"I miei studenti mi hanno chiesto se mi dovranno chiamare signora quando tornerò a scuola ma no, non devono: sono ancora signorina anche se sono sposata a Gesù". Parola di Jessica Hayes, 38 anni, che a Ferragosto ha celebrato il proprio matrimonio a Fort Wayne, capoluogo della Contea di Allen, nell'Indiana.
La donna, che insegna teologia al liceo Bishop Dwenger, con la cerimonia dello scorso sabato è diventata una vergine consacrata, entrando di fatto in un gruppo che conta circa 3.000 persone al mondo e appena 215 negli Stati Uniti. Cosa significa? Che Jessica Hayes ha scelto di dedicare la sua vita a servire Dio mantenendo la verginità per sempre.
Al matrimonio - che si è celebrato nella Cattedrale dell'Immacolata Concezione, nel centro di Fort Wayne - hanno partecipato centinaia di persone e la cerimonia ha fatto di Jessica Hayes la prima vergine consacrata della diocesi della cittadina dell'Indiana.
"Ho visto così tanti abiti da sposa in questi ultimi anni che penso di aver cambiato idea centinaia di volte - racconta la donna al sito dell'emittente 'Wane' - dovevo scegliere un vestito adeguato all'occasione: volevo che le spalle fossero coperte e, visto che avrei dovuto stendermi davanti all'altare, ho voluto essere coperta bene per non mostrare le bellezze nascoste di una sposa".
38 year old consecrated virgin marries Jesus in Indiana (photos) http://t.co/QYSjwjSZfk pic.twitter.com/EgalUYM2YO
— Team #Tinimash (@Tinimashent) 18 Agosto 2015"In un certo senso - ha aggiunto - tutti siamo chiamati ad essere sposati. E' solo questione di decidere come: il mio matrimonio è con Gesù, il matrimonio di qualcun altro è con un coniuge mentre il matrimonio di un sacerdote è con la chiesa. Questa è la volontà che Dio ci ha trasmesso".
Essere una vergine consacrata è cosa diversa da essere una suora, perché Jessica Hayes potrà vivere la sua vita da laica: "Si tratta di una vocazione per le donne che sentono profondamente di essere chiamate a spendere la vita per Gesù, facendo sì che il proprio impegno sia utile alla chiesa, ma che sentono anche di essere chiamate a vivere nel mondo".
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