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Libia

Raid su centro migranti: "E' crimine di guerra"

Bombardamento alla periferia di Tripoli, è strage. Unhcr: "I civili non devono mai essere un obiettivo". L'Italia propone all'Ue un'immediata presa di posizione unitaria dei 28 Stati membri

(Afp)
(Afp)
03 luglio 2019 | 07.28
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Strage in un centro di detenzione di migranti alla periferia orientale di Tripoli, in Libia. Sono almeno 44 le persone rimaste uccise in un bombardamento aereo: la maggior parte delle vittime sono migranti africani. Secondo quanto diffuso dalla missione delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), inoltre, sono almeno 130 le persone rimaste ferite in modo grave. E' la seconda volta che un centro di rifugio viene colpito, fa notare l'Unsmil. L'Alto commissario per i diritti delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet, ha definito il raid un crimine di guerra: "Questo attacco, dipende dalla precise circostanze, equivale ad un crimine di guerra". Bachelet ha ricordato che "è la seconda volta che questo centro è stato colpito". "Sono sconvolta per la morte ed il ferimento di decine di migranti e rifugiati nel Centro di detenzione di Tajoura - ha detto in una nota -. Il fatto che le coordinate di questa struttura e che ospitasse civili era stato comunicato alle parti in conflitto indica che questo attacco, dipendendo da precise circostanze, equivale ad un crimine di guerra".

"Questa è la seconda volta che il centro di detenzione, che ospita circa 600 persone, viene colpito durante queste ostilità. Esorto tutte le parti in conflitto - ha sottolineato l'Alto commissario per i diritti umani - a rispettare i loro obblighi internazionali sulla base del diritto umanitario e di prendere tutte le misure possibili per proteggere i civili e le infrastrutture civili, tra cui scuole, ospedali e centri di detenzione".

Bachelet, infine, ha ricordato di aver "ripetutamente chiesto la chiusura di tutti i centri di detenzione in Libia, dove lo staff per i diritti umani dell'Onu ha documentato grave sovraffollamento, torture, maltrattamenti, lavori forzati, stupri, malnutrizione e altre gravi violazioni dei diritti umani". "Rinnovo la mia richiesta per il rilascio dei detenuti e dei rifugiati detenuti con urgenza - ha concluso - e il loro accesso alla protezione umanitaria, a rifugi collettivi o altri posti sicuri, lontano dalle aree che possono essere coinvolte dalle ostilità".

Il governo di unità nazionale del primo ministro Fayez al Serraj ha intanto accusato le forze Lna del generale Khalifa Haftar del raid aereo su Tajoura. In una dichiarazione ha parlato di attacco "premeditato" e "preciso" e denunciato "il crimine odioso". L'autoproclamato Esercito nazionale libico del generale ha però negato la responsabilità del bombardamento, riferisce 'al-Jazeera' dopo l'accusa di al-Serraj.

Intanto l'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati, si è detta ''estremamente preoccupata'' per il raid ''e per il numero di rifugiati e migranti uccisi''. "I civili non devono mai essere un obiettivo" ha scritto l'Agenzia su Twitter. L'Unhcr aveva chiesto che il centro di detenzione di migranti fosse evacuato. ''Questa orribile tragedia non sarebbe mai dovuta accadere'', ha dichiarato ad al-Jazeera Charlie Yaxley, portavoce dell'Unhcr per il Mediterraneo e l'Africa. L'Unhcr, ha spiegato da Ginevra, un paio di mesi fa aveva messo in guardia dal rischio che correvano i detenuti del centro di Tajoura, già colpito da un raid aereo che aveva danneggiato la struttura e ferito due persone. "Si tratta di rifugiati, la maggior parte di loro è fuggita dalla guerra e dalle persecuzioni. Sono scappati nei Paesi vicini con la speranza di trovare sicurezza e invece si sono ritrovati in condizioni terribili all'interno di questi centri di detenzione - ha proseguito - Ma ora non hanno nemmeno più garantita la loro sicurezza. Abbiamo bisogno di evacuare le persone da questi centri di detenzione, è una questione urgente''.

Sul raid è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi: "Occorre garantire, immediatamente, misure di seria protezione per i civili e in particolare, trasferire i migranti che si trovano nelle strutture di raccolta in luoghi al sicuro dai combattimenti e sotto la tutela delle Nazioni Unite". A quanto si apprende da fonti della Farnesina l’Italia, su istruzione del ministro degli Esteri, ha proposto all’Unione Europea un’immediata presa di posizione unitaria dei 28 Stati membri che sostenga l’apertura di un’inchiesta da parte dell’Onu su quanto accaduto e condanni con fermezza il gravissimo e tragico bombardamento.

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