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Morte Raisi, parla il marito della Nobel Mohammadi: ''Nessun impatto in Iran, era un burattino''

''E' Khamenei che decide e Raisi non rappresentava il Paese. Mia moglie Narges resterà in carcere''

Morte Raisi, parla il marito della Nobel Mohammadi: ''Nessun impatto in Iran, era un burattino''
20 maggio 2024 | 12.15
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''La morte del presidente della Repubblica islamica dell'Iran Ebrahim Raisi non avrà alcun impatto significativo sulla politica interna o estera del paese perché chi decide è la guida suprema Ali Khamenei'' e lui ''era un burattino''. Così il giornalista e attivista iraniano Taghi Rahmani, marito del Premio Nobel per la Pace Narges Mohammadi, ha commentato con Adnkronos la morte di Raisi in un incidente in elicottero. ''Raisi non rappresentava per niente il Paese. Durante le elezioni presidenziali la maggioranza della popolazione si è astenuta dal voto perché era scontenta del suo programma e voleva una volta per tutte andare oltre'', ha sottolineato Rahmani.

Non c'è nemmeno nessuna prospettiva di scarcerazione per la moglie, vice-presidente del Centro dei Difensori dei Diritti Umani, che ''no'', non potrebbe tornare libera dopo la morte di Raisi e resterà ''detenuta nel carcere di Evin'', dove si trova dal maggio 2016.

Definito da Reporter sans frontieres ''il giornalista più spesso incarcerato'', Rahmani ha ricordato che ''secondo i principali sostenitori e attivisti politici, Raisi faceva parte di un gruppo di tre persone che condannarono a morte migliaia di prigionieri politici nel 1987''. Esiliato in Francia dal 2012 insieme ai due figli, Rahmani ha spiegato che ''secondo la maggioranza del popolo iraniano Raisi era un presidente burattino e inutile che ha reso la situazione economica dell'Iran più difficile per un popolo già soffocato dalla tutte le sanzioni internazionali''.

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