Il premier israeliano: "Ostaggi? Abbiamo detto no agli ultimatum"
Israele ''sta combattendo su tutti i fronti'', ma è necessario più tempo per vincere contro Hamas, tanto che la guerra nella Striscia di Gaza ''durerà molti più mesi'' di quanto inizialmente previsto. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu allarga l'orizzonte temporale del conflitto con Hamas e, di fatto, cancella news e ipotesi relative ad una soluzione raggiungibile in tempi brevi. ''Faremo in modo che Hamas non continui a rappresentare una minaccia per Israele'', dice. Le Idf, le Forze di difesa israeliane, hanno eliminato oltre ottomila terroristi di Hamas dallo scorso 7 ottobre, dopo l'attacco sferrato al sud di Israele, secondo il bilancio fornito dal premier. ''Israele agirà contro l'Iran ovunque'' e tenterà di rafforzare il suo confine settentrionale. Tanto che se ''Hezbollah espandesse la guerra, con l'Iran subirebbe duri colpi", dice avvertendo Teheran e i miliziani che colpiscono Israele da nord.
L'ipotesi di un cessate il fuoco al momento non pare destinata a concretizzarsi perché sugli ostaggi ''Hamas ha proposto vari tipi di ultimatum che noi non abbiamo accettato''. Se un accordo sarà possibile, ''sarà portato a termine''. In questo momento, aggiunge Netanyahu, ''vediamo una possibilità, forse''. Ma sottolinea anche: ''Non voglio suscitare aspettative esagerate''.
La popolarità di Netanyahu in patria è in picchiata. Secondo un recente sondaggio dell'emittente Channel 13, il premier dovrebbe dimettersi per il 70% dei cittadini. In particolare, per il 41% dovrebbe dimettersi alla fine della guerra. Per il 31% dovrebbe lasciare subito: ''L'unica cosa da cui mi allontanerò è Hamas'', dice lui.