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Gaza, Israele chiude le porte a una tregua: "Non ci sarà alcun cessate il fuoco con Hamas"

Khan Younis sotto assedio. Tel Aviv: "Nessuna svolta in negoziati su ostaggi". Nuovi raid Usa-Gb contro Houthi

Carri armati israeliani - (Afp)
Carri armati israeliani - (Afp)
24 gennaio 2024 | 08.17
LETTURA: 7 minuti

"Non ci sarà alcun cessate il fuoco'' nella guerra che Israele sta conducendo nella Striscia di Gaza. Perché ''in passato ci sono state delle tregue per scopi umanitari, ma Hamas le ha violate''. Lo ha chiarito, secondo le ultime news di oggi, 24 gennaio 2024, la portavoce del governo israeliano, Ilana Stein, spiegando che ''Israele non rinuncerà alla distruzione di Hamas, alla restituzione degli ostaggi e a eliminare la minaccia alla sicurezza di Israele dalla Striscia di Gaza''.

Hamas non accetterà negoziati per una tregua temporanea, vuole un "cessate il fuoco completo e globale", aveva ha detto in precedenza a Sky News Arabia l'esponente di Hamas in Libano, Osama Hamdan, secondo il quale "Israele non è serio riguardo la conclusione di un accordo". "Non è serio rispetto alle idee che presenta - ha affermato nelle dichiarazioni

Khan Younis sotto assedio

Sotto assedio la città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Altri sei palestinesi sono stati uccisi e 11 feriti in un bombardamento israeliano che ha preso di mira varie aree della città, portando a circa 50 morti nelle ultime 24 ore.

Al Jazeera Arabic ha riferito di raid e scontri nelle aree centrali e occidentali della città e l'esercito israeliano afferma di aver ucciso “numerose” squadre di uomini armati “con cecchini, carri armati e fuoco aereo” vicino ai due principali ospedali.

Ostaggi israeliani in mano ad Hamas, ultime news

Non ci sarebbe nessuna svolta tra Israele e Hamas per quanto riguarda gli ostaggi. Un alta fonte israeliana ha smentito le notizie secondo cui ci sarebbe stata una svolta verso un accordo per la liberazione in cambio di un cessate il fuoco a Gaza. "Le notizie di progressi nei colloqui non sono corrette", ha detto la fonte ai media ebraici, secondo quanto riferisce Times of Israel.

"Ci sono dei gap molto ampi e non vi è nessun progresso nei colloqui. E' molto complicato, Hamas indurisce costantemente le sue posizioni Nessuno deve farsi prendere in giro, ci vorrà molto tempo", ha affermato ancora la fonte.

Secondo quanto riferito da funzionari egiziani al Wall Street Journal, invece, esponenti di Hamas si sarebbero detti disponibili con i mediatori internazionali a discutere di un accordo sul rilascio di alcuni degli ostaggi israeliani - civili, donne e bambini - in cambio di una significativa pausa nei combattimenti. Il gruppo in precedenza - aveva sottolineato il Wsj - aveva respinto qualsiasi proposta che non comportasse un cessate il fuoco permanente: l'annuncio - scriveva - fa registrare un cambiamento significativo da parte di Hamas, che per settimane ha insistito sul fatto che avrebbe negoziato sugli ostaggi solo nel quadro di un accordo globale che avrebbe portato ad una cessazione permanente della guerra.

Dal canto loro manifestanti israeliani, fra i quali familiari degli ostaggi di Gaza e soldati dell'Idf, si sono recati al valico di Kerem Shalom, tra Israele e la Striscia, per manifestare contro i camion degli aiuti umanitari che attraversano il confine con Gaza. La fondazione Mothers of Combat Soldiers ha annunciato che centinaia di persone hanno tentato di bloccare i convogli di aiuti che entravano nella Striscia, affermando che lo fanno per "aiutare i nostri figli combattenti a uscire vittoriosi da Gaza.

"Qualsiasi aiuto ad Hamas deve essere condizionato al disarmo delle sue forze e alla restituzione di tutti gli ostaggi", ha detto Hana Giat, membro dell'organizzazione, il cui marito e due figli stanno combattendo a Gaza. "Siamo qui per bloccare la logistica di Hamas. I manifestanti sono stati visti esporre cartelli con la scritta: "Gli aiuti umanitari stanno uccidendo i soldati dell'Idf". I manifestanti hanno allestito delle tende vicino al confine e si sono detti pronti per una lunga permanenza.

Khan Younis sotto assedio

Intanto l'esercito israeliano afferma di aver ucciso “numerose” squadre di uomini armati “con cecchini, carri armati e fuoco aereo” nella parte occidentale di Khan Younis, vicino ai due principali ospedali della città meridionale della Striscia di Gaza.

Il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, Ashraf al-Qudra, ha accusato Israele di aver preso di mira l'ospedale Nasser, la più grande struttura medica ancora operativa a Gaza, affermando che gli attacchi hanno bloccato l'accesso a medici e pazienti, minacciando di metterlo fuori servizio.

“L’occupazione sta mettendo in pericolo la vita delle équipe mediche, dei pazienti, dei feriti e degli sfollati in diversi ospedali di Khan Younis”, ha aggiunto il ministero di Gaza.

Al Jazeera ha parlato di persone in fuga nelle vicinanze dell'ospedale Nasser a Khan Younis colpite da carri armati israeliani e da droni d'attacco. E ha aggiunto che le squadre della Protezione civile stanno cercando di raccogliere i corpi e identificare i morti. "Nella parte occidentale di Khan Younis abbiamo assistito a un aumento degli attacchi aerei e dei bombardamenti di artiglieria - scrive l'emittente del Qatar - Intere famiglie sono circondate da carri armati e veicoli blindati militari israeliani. Viene loro ordinato di evacuare le loro case e di uscire. Le donne vengono separate dagli uomini con le mani sopra la testa".

"Il complesso dell’Università di Al-Aqsa - prosegue al Jazeera - dove migliaia di persone si sono rifugiate, è sotto assedio militare. Nessuno può uscire da quella zona. Chiunque cerchi di andarsene rischia di perdere la vita a causa dei continui bombardamenti e attacchi via terra e via aerea".

Di ''Intensi bombardamenti'' in corso vicino all'ospedale al-Amal a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza scrive in un tweet la Mezzaluna Rossa palestinese, rivolgendo un appello a non prendere di mira obiettivi medico sanitari. All'interno dell'ospedale si trovano centinaia di sfollati oltre che medici e pazienti che non possono abbandonare la struttura a causa degli intensi combattimenti..

Nuovi raid congiunti Usa-Gb contro 8 obiettivi Houthi nello Yemen

Intanto, in risposta ai "continui attacchi" degli Houthi contro le navi in transito nel Mar Rosso, "le forze armate degli Stati Uniti e del Regno Unito, con il sostegno di Australia, Bahrain, Canada, Paesi Bassi e Nuova Zelanda", hanno condotto ulteriori attacchi contro otto obiettivi nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi, in conformità con il diritto intrinseco all'autodifesa individuale e collettiva in linea con la Carta delle Nazioni Unite". E' quanto si legge in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca.

"Questi attacchi - si legge inoltre nel testo che riporta una dichiarazione congiunta dei governi di Albania, Australia, Bahrein, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Guinea-Bissau, Ungheria, Italia, Kenya, Lettonia, Lituania, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Polonia, Repubblica di Corea, Romania, Regno Unito e Stati Uniti - sono stati voluti per bloccare e limitare la capacità degli Houthi di continuare con i loro attacchi contro il commercio globale e i marinai di tutto il mondo, evitando l'escalation".

"Gli oltre trenta attacchi che gli Houthi hanno lanciato contro navi commerciali e militari da metà novembre - prosegue - costituiscono una minaccia per tutti i paesi che dipendono dal trasporto marittimo internazionale. Condanniamo questi attacchi e chiediamo che vi si ponga fine. Sottolineiamo inoltre che coloro che forniscono agli Houthi le armi per condurre questi attacchi stanno violando la risoluzione 2216 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. La risposta internazionale del 22 gennaio ai continui attacchi degli Houthi ha dimostrato la volontà condivisa di sostenere i diritti e le libertà di navigazione e di difendere la vita dei marinai da attacchi illegali e ingiustificabili", conclude.

Idf demolisce casa terrorista Hamas in Cisgiordania

L'esercito israeliano dal canto suo ha annunciato di aver demolito la casa di Basel Shahada, un "terrorista di Hamas" coinvolto in una sparatoria lo scorso giugno in Cisgiordania in cui morirono quattro israeliani. La casa di Shahada è stata demolita nel villaggio di Urif, vicino Nablus, in Cisgiordania. L'uomo è accusato di aver preso parte ad un attacco ad una stazione di benzina nell'insediamento ebraico di Eli. Le case degli altri due membri di Hamas che parteciparono all'attacco sono già state rase al suolo.al Jazeera, 'carri armati e droni Idf sparano a civili vicino ospedale Nasser'

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