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Israele, capo intelligence in Egitto per accordo sugli ostaggi di Hamas

Gantz: "Tregua per rilascio ostaggi non significherebbe fine guerra". Biden: "Credo che accordo ci possa essere". Hamas minaccia: "La battaglia è ancora all'inizio"

Manifestazione per gli ostaggi israeliani di Hamas - Afp
Manifestazione per gli ostaggi israeliani di Hamas - Afp
14 novembre 2023 | 16.08
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Il direttore del servizio di sicurezza interno israeliano dello Shin Bet, Ronen Bar, è in visita in Egitto per discutere dell'accordo sulla liberazione degli ostaggi di Hamas. Il governo israeliano sarà aggiornato questa sera sui negoziati per il rilascio. In arrivo intanto in Israele il Consigliere di Joe Biden, Brett McGurk, coinvolto nei negoziati. L'accordo dovrebbe poi comunque passare dall'approvazione del governo, scrive Haaretz.

Un appello ad accettare già "stasera" l'accordo con Hamas per il rilascio delle persone sequestrate a Gaza è stato lanciato intanto dai rappresentanti delle famiglie degli ostaggi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, al ministro della Difesa Yoav Gallant e al membro del gabinetto di guerra Benny Gantz.

"Continueremo fino al raggiungimento dei nostri obiettivi", avverte intanto Gantz, secondo il quale "anche se servisse un cessate il fuoco per il ritorno degli ostaggi, non si fermerebbe la guerra". Gantz, riporta il Times of Israel, si è espresso così durante una visita ai vertici militari nel nord di Israele e ha assicurato che Israele sta facendo "tutto il possibile a livello politico e militare per riportare a casa in sicurezza" gli ostaggi, circa 240 trattenuti nella Striscia di Gaza dal terribile attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele. "Stiamo facendo tutto il possibile per riportare tutti a casa - ha rimarcato - con ogni mezzo".

Joe Biden si dice intanto convinto che "ci possa essere" il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas. Rispondendo alle domande dei giornalisti alla Casa Bianca, riguardo alla situazione in Israele e a Gaza il presidente Usa ha sottolineato il suo impegno quotidiano per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas: "Parlo ogni giorno, credo che possa avvenire, ma non voglio entrare nei dettagli", ha detto Biden. "Resistete, stiamo arrivando", è così poi che ha risposto il presidente americano a chi gli chiedeva quale messaggio volesse inviare ai familiari degli ostaggi di Hamas.

Scontro sugli ostaggi

Continua il braccio di ferro tra Hamas e Israele sul rilascio degli ostaggi. Se per il Washington Post si è vicini ad un accordo, le Brigate Ezzeldín al Qassam sono tornate ad accusare Tel Aviv di bloccare lo scambio di prigionieri che include il rilascio di 50-70 donne e bambini rapiti durante gli attacchi del 7 ottobre. Secondo il portavoce Abú Obeida il Qatar starebbe mediando per raggiungere un'intesa che consenta il rilascio di "200 bambini e 75 donne palestinesi" incarcerati, ma da parte delle autorità israeliane c'è stato un rinvio.

Il metodo con cui si stanno svolgendo i negoziati potrebbe spingere la Jihad Islamica a restare fuori da eventuali accordi sugli ostaggi tenuti nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato il segretario generale della formazione islamista palestinese, Ziad Nachala, citato da al-Arabiya. Nachala ha spiegato che l'organizzazione potrebbe non accettare di essere coinvolta in una possibile intesa tra Israele e Hamas, decidendo di attendere "condizioni migliori". In precedenza la Jihad Islamica aveva reso noto di tenere in ostaggio 34 persone.

Hamas: "Battaglia contro Israele è ancora all'inizio"

"La battaglia contro Israele è ancora all’inizio e ciò che sta per arrivare è più grande”, ha dichiarato in una conferenza stampa a Beirut il rappresentante di Hamas in Libano Osama Hamdan.

Stiamo combattendo la battaglia per porre fine all'occupazione, proteggere la moschea Al-Aqsa e fondare uno Stato palestinese con Gerusalemme capitale”, sostiene Hamdan, che ha aggiunto: “Rassicuriamo il nostro popolo e i popoli liberi che la resistenza all'occupazione e le Brigate al-Qassam (braccio armato di Hamas, ndr) stanno bene e hanno il controllo della situazione”.

Un portavoce del ministero della Sanità a Gaza, controllato da Hamas, ha detto al Washington Post che il ministero non può più pubblicare i dati attuali sul bilancio delle vittime nella Striscia a causa della mancanza di connessione internet, avendo perso i contatti con gli ospedali. Ieri sera, il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre era di oltre 11.000 persone morte.

Il dramma degli ospedali

Secondo l'Ocha, l'Organizzazione delle Nazioni Unite che coordina gli aiuti affari umanitari, un solo ospedale, quello di al-Ahli, sta funzionando nel nord della Striscia di Gaza. Tutti gli altri non possono più operare a causa degli attacchi delle forze israeliane nelle vicinanze. Nell'ospedale di a-Ahli, a Gaza City, sono ricoverati 500 pazienti. Tutti gli altri hanno dovuto fermare le loro attività per carenza di carburante, medicine, elettricità, cibo, acqua o ossigeno.

Il più colpito è l'ospedale di al-Shifa, il maggiore nella Striscia di Gaza, dove sono ricoverati almeno 600 pazienti, con 200-300 lavoratori, e 1.500 rifugiati. L'ospedale ha denunciato che negli ultimi giorni trenta persone, tra cui tre neonati prematuri, hanno perso la vita per i problemi legati agli attacchi.

Forze Israele prendono controllo del campo Shatti di Hamas a Gaza City

Le forze israeliane hanno nelle ultime ore preso il controllo del campo profughi di Shatti, a Gaza City, vicino all'ospedale di al-Shifa, una delle basi principali di Hamas usata per gli attacchi dello scorso sette ottobre contro Israele, e hanno iniziato a "smantellare i centri e le capacità che l'organizzazione ha costruito negli anni", ha annunciato il comandante della 162esima divisione, il generale Itzik Cohen. Sono stati fino a ora localizzati 160 imbocchi di tunnel, attaccate 2.800 infrastrutture di Hamas, e uccisi circa mille terroristi e comandanti di Hamas. I militari israeliani hanno reso noto di aver fatto irruzione nei siti strategici dell'organizzazione, incluso il quartier generale della sicurezza di Hamas, l'ospedale di Rantisi usato dall'organizzazione per attività militari e per gli ostaggi, e una postazione ad Adar.

Razzi da Gaza, 3 feriti a Tel Aviv

A Tel Aviv tre persone hanno riportato ferite da schegge dopo un attacco con razzi dalla Striscia di Gaza. Tra i tre c'è un ventenne gravemente ferito. Lo riferisce il Times of Israel, che cita fonti mediche e riporta di una rivendicazione di Hamas per l'attacco e di testimonianze che parlano di tre razzi lanciati dalla Striscia. Non è chiaro sottolinea il Times of Israel se per i tre si tratti di conseguenze per l'impatto diretto di un razzo o per l'attivazione del sistema Iron Dome.

Identificati resti 859 civili uccisi in attacco Hamas nel sud di Israele

Le autorità israeliane hanno identificato i resti di 859 civili nel sud di Israele, vittime del massacro compiuto da Hamas lo scorso 7 ottobre, 16 in più rispetto a quanto comunicato lo scorso 8 novembre. Lo ha reso noto la polizia spiegando che i lavori di identificazione sono ancora in corso.

Venerdì Israele ha dichiarato di aver rivisto al ribasso, da 1.400 a 1.200, il bilancio delle vittime dell'attacco di Hamas contro le comunità israeliane e le basi militari nel sud di Israele. Tel Aviv ritiene che circa 1.500 terroristi siano stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane.

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