Media: due membri di Hezbollah uccisi in raid di droni Idf nel sud del Libano
Il leader dell'ufficio politico di Hamas "Yahya Sinwar è pronto per un cessate il fuoco", ma il governo israeliano "ostacola e vuole sabotare (i negoziati) quando si avvicina ad un accordo". Lo riferisce l’emittente all-news saudita Al-Sharq citando una fonte del movimento palestinese.
La fonte sostiene che la posizione di Sinwar "gode del sostegno di tutti i membri dell'ufficio politico" che comprende "un accordo che garantisca il cessate il fuoco, il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, compresa la fascia di confine con l'Egitto, il ritorno degli sfollati, lo scambio di prigionieri e la ricostruzione di Gaza".
Israeliani meno flessibili al tavolo delle trattative con Hamas, scrive intanto il New York Times, che in un articolo rilanciato dal Jerusalem Post racconta - sulla base di documenti contenenti valutazioni israeliane di fine luglio - di come i negoziatori israeliani sarebbero diventati meno flessibili negli ultimi mesi riguardo i termini di un accordo con Hamas. Documenti da cui emergerebbe meno flessibilità rispetto allo scorso maggio. Per giovedì prossimo è atteso l'inizio di un nuovo round di colloqui.
La proposta israeliana di maggio, a differenza di quella di luglio, non prevedeva - si legge - che le Idf continuassero a controllare il confine sud di Gaza. E componenti della delegazione israeliana non escluderebbero la possibilità che i nuovi termini possano impedire ancora una volta il raggiungimento di un accordo.
Chi contesta il premier israeliano Benjamin Netanyahu punta il dito contro le 'nuove' condizioni. L'accusa a Netanyahu è di dare la priorità agli interessi politici rispetto al rilascio degli ostaggi israeliani trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco in Israele del 7 ottobre dello scorso anno.
L'ufficio del premier, si legge ancora, ha risposto al quotidiano precisando di non mettere in discussione l'autenticità dei documenti, ma negando che il premier abbia aggiunto nuove condizioni. "La missiva del 27 luglio non introduce nuovi termini - si afferma - Al contrario comprende chiarimenti essenziali per aiutare nell'attuazione della proposta del 27 maggio". Si insiste sul fatto che è stato "Hamas a chiedere 29 modifiche alla proposta del 27 maggio".
Per l'ufficio di Netanyahu, il leader di Hamas Yahya Sinwar "è stato e resta l'unico ostacolo all'accordo sugli ostaggi". Ma, secondo il Nyt, nella missiva del 27 luglio i negoziatori israeliani includono cinque punti 'extra', anche una mappa che indica che Israele manterrebbe il controllo della 'Philadelphi Route', a differenza del testo di maggio.
Ci sarebbe anche la richiesta di Israele di controllare tutti gli sfollati palestinesi che rientrano nel nord di Gaza. E, secondo il Nyt, funzionari israeliani e responsabili della sicurezza concordano con Netanyahu sulla necessità di mantenere checkpoint, ma molti non sarebbero dell'opinione che per questo valga la pena rinviare un accordo.
Se Israele è serio sui negoziati per un cessate il fuoco e vuole che Hamas partecipi al prossimo round, atteso per giovedì, allora deve prima fermare le sue operazioni militari nella Striscia di Gaza. E' questo, secondo il Wall Street Journal che cita i mediatori, il contenuto di un messaggio di Sinwar trasmesso ai negoziatori arabi la notte scorsa.
Una richiesta, evidenzia il giornale, che difficilmente verrà accettata da Israele, i cui obiettivi dichiarati sono la sconfitta di Hamas e la liberazione degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre. Sarebbero 111 persone, 39 delle quali si ritiene siano già morte. Il premier Netanyahu ha ripetuto più volte di volere la "vittoria totale su Hamas". Ha anche chiarito che un accordo non impedirebbe a Israele di riprendere i combattimenti.
Intanto al Cairo proseguono i colloqui tra una delegazione israeliana e le controparti sulle 'soluzioni' per la 'Philadelphi Route' e il valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l'Egitto.
Per arrivare a un accordo, evidenzia il Wsj, restano da risolvere anche i punti che riguardano l'identità dei detenuti palestinesi in Israele che verrebbero rilasciati sulla base dell'intesa, l'identità e il numero degli ostaggi che verrebbero rilasciati e la gestione della sicurezza per il 'Corridoio di Netzarim', che è controllato da Israele e taglia in due la Striscia di Gaza
E, evidenzia il Wsj, non è chiaro se un eventuale attacco dell'Iran (la minacciata 'risposta' all'uccisione il 31 luglio a Teheran dell'ormai ex capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh) possa avere ripercussioni sui colloqui.
Il giornale considera anche la scelta di Sinwar, 'erede' di Haniyeh, come "un altro grande ostacolo" nei colloqui. E, conclude, la sua nuova posizione potrebbe mettere da parte gli esponenti di Hamas su posizioni più moderate nei colloqui.
Come vive intanto Yahya Sinwar? Pizzini, ma anche telefonate quando necessario. Una cerchia ristretta di 'fedelissimi' e "flessibilità" sui negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il quotidiano panarabo edito a Londra, Asharq Al-Awsat, prova a raccontare quella che sarebbe la vita dell'erede di Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas ucciso a Teheran il 31 luglio. Sinwar è nel mirino di Israele dall'attacco del 7 ottobre dello scorso anno e di lui non si hanno notizie certe da quel giorno.
"Fonti di Hamas a Gaza" confermano ad Asharq Al-Awsat che nessuno nel gruppo sa esattamente dove si trovi, dentro o fuori dalla Striscia di Gaza. Ma c'è una cerchia ristretta di persone 'fidatissime' che fa da tramite tra Sinwar e il resto della leadership quando necessario, "poche persone - dicono le fonti del giornale - che garantiscono siano soddisfatte le sue necessità e che faciliano le comunicazioni con la leadership all'interno e all'estero di Gaza con metodi complessi".
La sicurezza di Sinwar sarebbe affidata al fratello, Mohammed, comandante di alto grado del braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam, scrive il giornale di proprietà saudita. E le fonti descrivono Sinwar come una figura coinvolta "in modo attivo", tanto che una conferma ad Asharq Al-Awsat che Sinwar è regolarmente in contatto con la leadership del gruppo in vari modi
Dall'inizio della guerra, si legge, ha inviato regolarmente messaggi sulle operazioni e sulla gestione del conflitto, 'istruzioni' spesso scritte a mano o comunque firmate da Sinwar. Il leader politico di Hamas, scrive il giornale, "ha avuto contatti telefonici diretti con i leader di Hamas nei momenti critici".
E, dice la fonte, Sinwar ha inviato almeno due messaggi scritti e un audio agli intermediari durante le fasi cruciali dei negoziati, sempre "molto coinvolto in ogni fase dei colloqui, con un'attenta revisione di proposte e scambi di opinioni con i leader di Hamas". E, stando al giornale, sarebbe stato per la "flessibilità" in diverse fasi del negoziato.
Adesso, secondo una fonte di Hamas citata dall'emittente all-news saudita Al-Sharq, il leader dell'ufficio politico di Hamas "è pronto per un cessate il fuoco".
Due razzi a lungo raggio sono stati intanto lanciati da Gaza verso il centro di Israele e uno di essi sarebbe finito in mare, al largo della costa di Tel Aviv, mentre l'altro, secondo l'Idf, non sarebbe riuscito a oltrepassare il confine di Gaza. Lo scrive il Times of Israel. Hamas ha rivendicato la responsabilità dell'attacco, affermando di aver lanciato due razzi su Tel Aviv.
I residenti della zona hanno riferito di aver sentito un'esplosione. Durante l'attacco non sono risuonate sirene, dal momento che i razzi non erano diretti verso zone popolate. L'ultima volta che Hamas ha lanciato razzi su Tel Aviv è stato a fine maggio.
Secondo quanto riportato dal quotidiano saudita al-Arabiya, due membri di Hezbollah sono stati uccisi in un attacco con un drone israeliano nel Libano meridionale. Il raid, riferisce il giornale, ha avuto luogo tra le città di Beit Yahoun e Baraachit.