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Israele all'Aja: "Guerra imposta da Hamas, ogni nostra azione è giustificata"

Per il consulente legale del ministero degli Esteri israeliano i firmatari della denuncia "hanno presentato un quadro manipolativo degli eventi ed erroneamente utilizzato il termine 'genocidio'"

Bombardamenti a Rafah (Afp)
Bombardamenti a Rafah (Afp)
12 gennaio 2024 | 11.41
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"La guerra ci è stata imposta da Hamas. I terroristi di Hamas hanno fatto irruzione in Israele e hanno commesso atti orribili. Gli aggressori hanno mostrato con orgoglio la loro barbarie. Ogni azione intrapresa da Israele è giustificata al fine di mantenere la sicurezza dei civili dopo gli attacchi del 7 ottobre". Ad affermarlo è Tal Becker, il consulente legale del ministero degli Esteri israeliano all'apertura del secondo giorno di udienze presso la Corte internazionale di Giustizia (Cig), sottolineando che i firmatari della denuncia "hanno presentato un quadro manipolativo degli eventi e hanno erroneamente utilizzato il termine 'genocidio', svuotandolo di contenuto".

Il professor Malcolm Shaw, che far parte del team che rappresenta Israele, ha spiegato: "Non tutte le guerre sono un genocidio, il vero genocidio ha avuto luogo il 7 ottobre: un attacco delle forze armate di Hamas contro civili disarmati. Secondo le convenzioni internazionali, Israele ha il diritto di difendersi".

"Il cessate il fuoco incoraggerebbe Hamas"

Chiedere il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza significa "incoraggiare Hamas" e altri gruppi terroristici, negando a Israele il diritto di difendersi. Afferma il team legale d'Israele davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, respingendo le accuse di genocidio presentate dal Sudafrica. Accuse, viene argomentato, che vengono smentite dagli sforzi per gli aiuti umanitari e si basano su quadro "distorto" delle dichiarazioni del governo israeliano. Tanto più che è Hamas ha voler il genocidio degli israeliani.

La richiesta di cessate il fuoco punta a proteggere Hamas dalla risposta d'Israele alle atrocità del 7 ottobre. Accoglierla, ha affermato il giurista Gilad Nolan nelle dichiarazioni finali, "sarebbe un segnale ai gruppi terroristi che possono commettere crimini di guerra e contro l'umanità e poi chiedere la protezione della stessa Corte". In questo modo "s'indebiliscono" gli sforzi della Corte per punire i genocidi, trasformandola "in un'arma nelle mani di terroristi che non hanno nessun rispetto per l'umanità e il diritto internazionale".

Quanto alle accuse di volere il genocidio della popolazione palestinese, il team legale ha sottolineato che ciò viene smentito dalle diverse azioni adottate da Israele per ridurre le vittime civili e permettere la distribuzione di aiuti umanitari. Se il genocidio fosse stato lo scopo, "Israele avrebbe forse rinviato le operazioni di terra per settimane, investito importanti risorse per dire ai civili dove, quando e come lasciare le aree di combattimento, mantenuto un apposito staff di esperti il cui solo ruolo è inviare gli aiuti?", ha chiesto Galit Raguan, alto funzionario del ministero israeliano della Giustizia.

Le accuse al Sudafrica

L'accademico britannico Malcolm Shaw ha accusato il Sudafrica di aver presentato un quadro "distorto" delle dichiarazioni dei politici israeliani, citando solo quelle utili alla sua tesi. A contare sono solo le decisioni del gabinetto di guerra e di quello di sicurezza, ha sottolineato Shaw, secondo il quale "produrre citazioni a caso non in conformità con la politica di governo è perlomeno ingannevole". Le direttive delle forze di difesa israeliane, ha detto, impongono di dirigere gli attacchi "soltanto a obiettivi militari, aderendo ai principi di distinzione, proporzionalità, con precauzioni per ridurre i danni collaterali". Il 29 ottobre il primo ministro Benyamin Netanyahu ha affermato in seno al gabinetto di sicurezza di voler "impedire un disastro umanitario", discutendo le disposizioni per l'invio di camion di aiuti. Inoltre sia Netanyahu che il ministro della Difesa Yoav Gallant hanno più volte ribadito che l'obiettivo è distruggere Hamas e non il popolo palestinese.

"Non tutte le guerre sono genocidi"

I civili soffrono in tutti i conflitti armati, "specie quando una parte attacca i civili e non è preoccupata" per il benessere dei civili dalla propria parte, ha rimarcato Shaw, riferendosi al comportamento di Hamas. "Non tutti i conflitti sono genocidi", il genocidio definito dal diritto internazionale "è lo zenit del male, il crimine dei crimini" -ha argomentato - "se le accuse di genocidio diventano moneta corrente nei conflitti armati, si perde l'essenza di questo crimine".

Secondo Tal Baker, consigliere giuridico del ministero israeliano degli Esteri, sono gli atti di Hamas ad essere "genocidi", anche perché il gruppo "orgogliosamente dichiara un'agenda di annientamento" di Israele. E dunque "l'assurdo" è che "tramite accuse di genocidio si cerchi di impedire a Israele di difendere i propri civili da un'organizzazione che persegue un'agenda genocida nei suoi confronti". Tanto più, ha sottolineato Baker, che Hamas causa le sofferenza della popolazione civile a Gaza nascondendo le sue strutture militari in "scuole, moschee, ospedali e altri luoghi sensibili".

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