Niloufar Mardani si è presentata a capo scoperto e con indosso abiti neri con la scritta 'Iran'. Il ministero dello sport: "Non fa più parte della squadra e non era autorizzata"
Il governo di Teheran ha reagito duramente contro una pattinatrice iraniana che ha gareggiato all'estero senza indossare il velo islamico, mentre la Repubblica islamica continua ad essere scossa dalle proteste innescate dalla morte di Mahsa Amini, deceduta dopo il suo arresto da parte della polizia religiosa con l'accusa di aver infranto il rigido codice di abbigliamento. Niloufar Mardani, che fa parte della nazionale iraniana di pattinaggio di velocità su pista da più di un decennio, domenica ha gareggiato a Istanbul e, al momento della premiazione, si è presentata a capo scoperto e con indosso abiti neri con la scritta "Iran" presumibilmente in segno di solidarietà con le vittime della repressione delle proteste antigovernative.
"Mardani ha preso parte a una competizione di pattinaggio in Turchia senza autorizzazione", ha reagito il ministero iraniano dello Sport, citato dall'agenzia di stampa Fars. "Questa atleta non ha indossato la divisa approvata dal ministero", si aggiunge nella nota, precisando che Mardani "non fa parte della squadra nazionale dal mese scorso". Secondo il ministero, inoltre, la pattinatrice ha preso parte a titolo "personale" alla competizione di Istanbul, evento a cui la nazionale iraniana non ha partecipato. Le sportive iraniane sono obbligate a gareggiare con il velo anche durante gli eventi che si tengono all'estero.
Il suo episodio ricordo quello avvenuto a ottobre con protagonista l'iraniana Elnaz Rekabi, che prese parte a una gara di arrampicata a Seul indossando solo una bandana in testa, facendo scalpore. Al suo ritorno in Iran si scusò sostenendo che l'hijab le era caduto per sbaglio, sebbene molti ritenessero che il suo gesto fosse stato intenzionale.