Radunate centinaia di persone, anche con bandiere russe. Tchiani promette elezioni: "In cammino verso democrazia". Usa ordinano evacuazione parziale dell'ambasciata, anche il Regno Unito riduce lo staff
Slogan contro la presenza militare francese ed i Paesi della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas) sono stati lanciati a Niamey durante la manifestazione dei filo-golpisti convocata dall'M62, coalizione di organizzazioni della società civile di ispirazione sovranista, in occasione della Giornata dell'Indipendenza.
Centinaia di persone, alcune delle quali con bandiere russe, hanno espresso il loro sostegno alla giunta militare guidata dall'ex capo della Guardia presidenziale, Abdourahmane Tchiani, che mercoledì scorso ha compiuto un colpo di Stato deponendo il presidente Mohamed Bazoum.
La folla si è radunata nella centralissima Place de la Concertacion della capitale. Successivamente i manifestanti hanno marciato per le strade vicino all'ambasciata francese, anche se non sono stati registrati incidenti, come ha riferito Radio France Internationale.
Il Niger è ''in cammino verso la democrazia'', ha dichiarato dal canto suo l'autoproclamato leader golpista Abdourahmane Tchiani in un discorso in tv, promettendo ''nuove elezioni''. La giunta golpista del Niger ''non cederà alle pressioni regionali o internazionali'' per riportare al potere il destituito presidente Mohamed Bazoum ha aggiunto il generale che ha anche denunciato le sanzioni come "illegali" e "disumane".
L'esercito nigeriano ha negato di aver ricevuto l'ordine dalla Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas) di intervenire in Niger quando scadrà l'ultimatum di sette giorni dato ai militari golpisti per ripristinare al potere il presidente deposto, Mohamed Bazoum. Il portavoce dell'Esercito, il generale di brigata Tukur Gusau, ha smentito che le Forze armate nigeriane abbiano ricevuto alcun ordine, indicando che un intervento militare è considerato solo come "ultima opzione".
Intanto gli Stati Uniti hanno dato ordine di evacuare parte dello staff della propria ambasciata in Niger. A darne l'annuncio è stato il Segretario di Stato americano Antony Blinken spiegando che ''abbiamo ordinato la partenza temporanea del personale non di emergenza e dei loro familiari dal Niger''. Blinken ha quindi ribadito che ''gli Stati Uniti restano impegnati nella nostra relazione con il popolo del Niger''. Ed è per questo che ''l'ambasciata resta aperta e i nostri leader sono impegnati diplomaticamente ai livelli più alti'', ha aggiunto in un post su Twitter.
In una nota diffusa dal Dipartimento di Stato americano si legge che Blinken ha avuto un colloquio telefonico con il presidente nigerino destituito Mohamed Bazoum, al quale ha garantito che ''gli Stati Uniti restano impegnati nel ripristino del governo democraticamente eletto'' del Paese africano.
Anche il Regno Unito ha intanto annunciato che sta riducendo, ''per motivi di sicurezza'', il personale della propria ambasciata a Niamey. "C'è stato un colpo di stato militare in Niger, che ha portato a proteste e disordini", si legge in una nota del Foreign Office.
In vista di un'ulteriore manifestazione a favore della giunta militare in programma per celebrare la Giornata dell'Indipendenza del Niger, il ministero degli Esteri britannico ha affermato che ''le proteste possono essere violente e la situazione potrebbe cambiare rapidamente senza preavviso".