No della Jihad Islamica a proposta di cessate il fuoco. Altri 3 bambini uccisi in un attacco israeliano
Ancora bombardamenti israeliani su Gaza e lanci di razzi dalla Striscia in direzione di Israele all'indomani dell'avvio da parte israeliana dell'operazione 'Breaking Dawn'. Non si parla di "calma o mediazione" per il momento e la situazione "va verso un'escalation", ha fatto sapere la Jihad Islamica che ha anche respinto la proposta egiziana di un cessate il fuoco temporaneo, come riporta l'emittente televisiva al-Mayadeen, affiliata a Hezbollah. ''Questo è il momento di rispondere ai crimini dell'occupazione", ha detto una fonte della Jihad all'emittente. I negoziatori egiziani avevano proposto una pausa nelle ostilità per creare le condizioni utili a negoziare un cessate il fuoco più duraturo.
La Jihad islamica - che ieri ha perso il comandante Tayeer al Jabaari in un raid condotto dalle forze dello Stato ebraico - ha annunciato di aver avviato "una campagna contro l'aggressione israeliana, i combattenti della Jihad sono pronti a continuare la guerra". I militanti hanno detto di aver lanciato razzi contro l'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tev Aviv e contro le città di Ashdod, Be'er Sheva, Ashkelon e Netivot.
Da parte loro, le forze israeliane (Idf) affermano di essere pronte a una "settimana di operazioni", riporta il Times of Israel. Ci sono ancora ''molti altri obiettivi della Jihad islamica da colpire nella Striscia di Gaza''. Per cui ''non c'è alcun motivo per modificare i piani operativi'', ha detto il capo della divisione militare di Gaza, generale Nimrod Aloni, in un'intervista a Channel 12 news. "Questa è un'operazione contro la Jihad islamica: è chiaro che siamo concentrati sulla Jihad islamica, in nessuna fase Hamas fa parte del quadro", ha aggiunto. ''Hamas ha anche scelto, saggiamente direi, di non farsi coinvolgere'', ha sottolineato.
Sono 350 i razzi e i colpi di mortaio che la Jihad islamica ha lanciato verso Israele da venerdì, dei quali 94 sono caduti all'interno della Striscia di Gaza, hanno riferito le Forze di difesa israeliane precisando che altri 29 sono caduti nel Mar Mediterraneo, di cui due al largo di Tel Aviv. Il sistema di difesa aerea Iron Dome ha intercettato 162 razzi dimostrando un tasso di successo del 95,9%. Secondo i media israeliani, le sirene di allarme sono tornate a suonare oggi a Telaviv e nelle città centrali di Rishon Lezion e Holon, così come ad Ashkelon, Sderot e altre città vicino al confine con la Striscia di Gaza.
I militari israeliani hanno confermato raid contro postazioni di lancio di razzi usate dalla Jihad Islamica. Secondo un portavoce militare, dei 130 razzi che hanno superato il territorio di Gaza, dei 160 lanciati in direzione di Israele, il sistema Iron Dome ne ha intercettati più del 95%. "Abbiamo attaccato 40 obiettivi, comprese cinque postazioni per il lancio di razzi e sei depositi o siti di produzione di razzi", ha detto il generale Ran Kochav, in dichiarazioni riportate da Ynet. "Tayseer Jabari non è l'obiettivo finale della Jihad Islamica palestinese", ha aggiunto, citato dal Times of Israel, riferendosi al comandante del gruppo ucciso ieri in un bombardamento israeliano su un appartamento nella Striscia di Gaza.
Intanto è salito a 15 morti e 125 feriti il bilancio delle vittime causate dai raid aerei effettuati da Israele sulla Striscia di Gaza. Lo rende noto il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, governata da Hamas. Non viene specificato quanti, tra i morti, siano miliziani della Jihad islamica, ma si ricorda l'uccisione di una bambina di 5 anni. A questi si aggiungono almeno 7 persone che hanno perso la vita in un raid aereo condotto da Israele nel nord della Striscia di Gaza, a Jabaliya. Lo riferiscono i media palestinesi scrivendo che tra le vittime si contano anche 3 bambini. Le immagini delle piccole vittime sono state condivise sui social media.
I media palestinesi riferiscono inoltre che molte persone sono rimaste ferite negli ultimi raid israeliani sul nord della Striscia di Gaza, in particolare sulla città di Beit Hanoun. Numerosi siti sono stati colpiti anche vicino alla città meridionale di Khan Younis. Come rappresaglia, da ieri pomeriggio sono stati lanciati da Gaza verso Israele oltre duecento razzi.
E si ferma intanto l'unica centrale elettrica nella Striscia di Gaza. Manca il combustibile. La società di distribuzione di energia elettrica, riporta al-Jazeera, ha sottolineato che si tratta di una situazione con ripercussioni per tutte le famiglie, e non solo, nella Striscia e chiede di intervenire con "urgenza" e consentire "l'ingresso delle forniture necessarie" per far funzionare la centrale. La notizia arriva all'indomani dell'avvio dell'operazione israeliana 'Breaking Dawn' contro la Jihad Islamica nella Striscia.